CODICE FORESTALE, BORGHI E RIBA (UNCEM): "PRONTI A LAVORARE CON LA REGIONE
- 28 aprile 2018
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CODICE FORESTALE, BORGHI E RIBA (UNCEM): "PRONTI A LAVORARE CON LA REGIONE
“Il nuovo codice forestale rappresenta un punto avanzato che consentirà all’Italia di fare un grande passo in avanti, coniugando il tema della sostenibilità ambientale con quello dello sviluppo sostenibile. Ciò in Piemonte, dove oltre un terzo della superficie è boscata e dove oltre 200mila ettari sono a superficie cedua oggi abbandonata e in via di collasso, richiama alla indispensabilità di una armonizzazione di questa norma con altri strumenti legislativi vigenti che attendono alla Regione una sua applicazione. Penso alla legge sui piccoli Comuni, che affida ai piccoli Comuni in forma associata nelle Unioni montani la funzione dello sviluppo locale. Penso alla Strategia nazionale delle Green Communities, prevista dal Collegato Ambientale e che può consentire programmazione e pianificazione dal basso delle risorse naturali in un’ottica di sostenibilità e valorizzazione delle risorse rinnovabili. La Regione deve eliminare l'attuale dinamica delle Unioni dei Comuni tutta basata sul 'vai e vieni' dei Comuni a seconda dell’esito delle singole elezioni comunali. Altrienti il Piemonte rischia di rimanere al palo e non essere in grado di applicare normative che, attuate, sono in grado digenerare nuovi posti di lavoro in montagna e salvaguardia dei beni collettivi. Il nuovo codice forestale, ad esempio, prevede la surroga della proprietà boschiva assenteista in un quadro di pianificazione: deve essere fatta su un comprensorio più ampio della singola dimensione amministrativa comunale, ma non possiamo farla se lasciamo in campo una legge regionale che investe sul litigio tra i singoli Comuni anzichè sulla loro cooperazione".
Così l’on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem, intervenendo ieri pomeriggio a Torino, al Teatro Vittoria, al seminario sul nuovo codice forestale nazionale organizzato da Uncem Piemonte, Confcooperative, Federazione delgi Ordini dei dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e Mipaaf. Oltre ai Presidenti delle associazioni che hanno organizzato il convegno Mario Abrate e Gian Mauro Mottini, sono intervenuti il Viceministro Mipaaf Andrea Olivero, l'assessore regionale Alberto Valmaggia, il direttore del Settore Foreste al Mipaaf Alessandra Stefani. Poi i tecnici Igor Boni (ad Ipla), Marco Corgnati e Valerio Motta Fré della Regione Piemonte, Gianni Tarello (Alleanza delle Cooperative), Andrea Crocetta (Politecnico di Torino e start up Replant).
Lido Riba, presidente Uncem Piemonte, non ha dubbi: "Abbiamo un sistema legislativo avanzato, nazionale e regionale - ha detto - Abbiamo un sistema di Unioni montane che deve essere reso stabile. Dobbiamo lavorare a fondo su un piano avanzato di interventi, potenziando le opportunità per i territori. Il bosco è cresciuto negli ultimi anni, ma non la filiera, non tutte le imprese, non il benessere e l'economia montana. Ci sono le risorse da investire, nel Psr, ma queste devono essere indirizzate per creare imprese, ridurre il carico burocratico, fare in modo che si possa lavorare con gli Enti locali, con le Unioni montane, su 'oil free zone', gestione attiva dei boschi, associazionismo fondiario, pagamento dei servizi ecosistemici. Ad esempio, sull'assorbimento di Co2, 20 milioni di quintali assorbibili l'anno, con una efficace gestione e certificazione dei nostri boschi". "Tutte cose - evidenzia oggi Lido Riba - previste dalla legge nazionale. Uncem si impegnerà a fondo per fare corretta informazione non solo tra gli addetti ai lavori, ma soprattutto sull'opinione pubblica, spiegando chetagliare il bosco all'interno di una gestione attiva e pianificata nel tempo, fa bene a tutti, all'ambiente e all'intera collettività".
Lido Riba, presidente Uncem Piemonte, non ha dubbi: "Abbiamo un sistema legislativo avanzato, nazionale e regionale - ha detto - Abbiamo un sistema di Unioni montane che deve essere reso stabile. Dobbiamo lavorare a fondo su un piano avanzato di interventi, potenziando le opportunità per i territori. Il bosco è cresciuto negli ultimi anni, ma non la filiera, non tutte le imprese, non il benessere e l'economia montana. Ci sono le risorse da investire, nel Psr, ma queste devono essere indirizzate per creare imprese, ridurre il carico burocratico, fare in modo che si possa lavorare con gli Enti locali, con le Unioni montane, su 'oil free zone', gestione attiva dei boschi, associazionismo fondiario, pagamento dei servizi ecosistemici. Ad esempio, sull'assorbimento di Co2, 20 milioni di quintali assorbibili l'anno, con una efficace gestione e certificazione dei nostri boschi". "Tutte cose - evidenzia oggi Lido Riba - previste dalla legge nazionale. Uncem si impegnerà a fondo per fare corretta informazione non solo tra gli addetti ai lavori, ma soprattutto sull'opinione pubblica, spiegando chetagliare il bosco all'interno di una gestione attiva e pianificata nel tempo, fa bene a tutti, all'ambiente e all'intera collettività".