S.Parisi, non si sconfigge il terrorismo coi fiori

Sono a Tel Aviv. Arrivano le notizie drammatiche da Londra. Qui si fanno i conti tutti i giorni con il rischio terrorismo. Qui il 90% dei tentativi di attentati vengono scongiurati grazie ad uno straordinario lavoro di intelligence, ad una attività militare di contrasto al terrorismo islamico e, soprattutto grazie a una popolazione consapevole. Una consapevolezza che deriva dal dover convivere giornalmente con il rischio e con la paura. Qui si vive una vita normale. Non c'è la retorica europe...

Sono a Tel Aviv. Arrivano le notizie drammatiche da Londra. Qui si fanno i conti tutti i giorni con il rischio terrorismo. Qui il 90% dei tentativi di attentati vengono scongiurati grazie ad uno straordinario lavoro di intelligence, ad una attività militare di contrasto al terrorismo islamico e, soprattutto grazie a una popolazione consapevole. Una consapevolezza che deriva dal dover convivere giornalmente con il rischio e con la paura. Qui si vive una vita normale. Non c'è la retorica europea, non ci sono le inutili dichiarazioni di condanna. Qui c'è la consapevolezza di un popolo che combatte tutti i giorni per la propria libertà di esistere. Tutti i giorni nonostante il disinteresse e l'ipocrisia dell'Europa dei ceri accesi del giorno dopo. Dobbiamo imparare da qui. Il terrorismo si combatte. Si argina. Si esclude dalla società. Anche qui ci sono i lupi solitari, anche qui ci sono diseguaglianze sociali, qui hanno origine le fratture culturali e religiose, anche qui la politica e i governi commettono errori. Ma dobbiamo diventare tutti israeliani. Dobbiamo guardare in faccia alla realtà del nostro tempo. Non si sconfigge il terrorismo con i fiori. Non si usa la paura per ottenere consenso, senza avere idee, senza soluzioni. Dobbiamo avere dei governi europei forti e consapevoli. Il terrorismo islamico non è passeggero, è il nemico del nostro tempo. Stefano Parisi
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