Sappe, carcere Beccaria a Milano: "situazione allarmante"

MILANO, INCENDIO E VIOLENZE NEL CARCERE MINORILE BECCARIA SVENTATO DA GRANDE PROFESSIONALITA’ POLIZIOTTI PENITENZIARI. SAPPE: “SITUAZIONE ALLARMANTE, COLPEVOLMENTE SOTTOVALUTATA” Si è sfiorata la tragedia, nella serata del Primo Maggio, nel carcere minorile Beccaria di Milano. “Colpa e conseguenza della protesta sconsiderata e incomprensibile un detenuto, che ha appiccato un incendio nella cella dov’era ristretto, dando fuoco a tutto quello che vi era all’interno, ha minacciato gli Agenti con...

MILANO, INCENDIO E VIOLENZE NEL CARCERE MINORILE BECCARIA SVENTATO DA GRANDE PROFESSIONALITA’ POLIZIOTTI PENITENZIARI. SAPPE: “SITUAZIONE ALLARMANTE, COLPEVOLMENTE SOTTOVALUTATA” Si è sfiorata la tragedia, nella serata del Primo Maggio, nel carcere minorile Beccaria di Milano. “Colpa e conseguenza della protesta sconsiderata e incomprensibile un detenuto, che ha appiccato un incendio nella cella dov’era ristretto, dando fuoco a tutto quello che vi era all’interno, ha minacciato gli Agenti con un rudimentale coltello ed ha poi tentato il suicidio”, spiega Alfonso GRECO, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. “Il tempestivo intervento dei poliziotti, con grande senso di responsabilità coraggio e professionalità, ha permesso di evitare più gravi e tragiche conseguenze. Ma questo non è che l’ultimo grave episodio che accade al Beccaria. Venerdì 20 aprile, alle 18 circa, venne aggredito per futili motivi un poliziotto penitenziario, con un pugno dritto all'occhio sinistro e successivo invio al pronto soccorso. Sabato 29 aprile, alle 11 circa, una nuova aggressione ad un poliziotto, spinto contro un muro ed anch’egli inviato al pronto soccorso. I detenuti che hanno aggredito i colleghi sono giovani adulti. Lunedi 1° maggio dalle 20 alle 22, un detenuto in una sezione da fuoco alla cella e non vuole uscire, minaccia i colleghi con un pezzo di plastica affilato che rivolge prima verso di lui e poi verso i colleghi intervenuti, contemporaneamente in un'altra sezione un altro ha una crisi epilettica (non è la prima) e il semilibero rientra in portineria ubriaco fradicio dichiarando di sentirsi male e di volersene andare all'ospedale perchè nessuno lo poteva soccorrere. Martedi 2 maggio alle 8 tenta il suicidio per impiccagione lo stesso detenuto che la sera aveva incendiato la cella. Ovviamente per sopperire ad ognuno di questi eventi sono stati chiamati i colleghi dagli uffici o dalle caserme perchè in servizio, soprattutto il pomeriggio non c'è mai il personale numericamente adatto per sostenere tali eventi. Un grazie di cuore a tutto il personale di Polizia Penitenziaria del Beccaria che con professionalità e abnegazione hanno evitato che tutte queste situazioni diventassero ancora più drammatiche”. Solidarietà e parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati di poliziotti penitenziari di Milano Beccaria arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “ E’ solamente grazie a loro, agli eroi silenziosi del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. Ora bisogna che il Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità invii immediatamente almeno 20 unità di Polizia Penitenziaria per fronteggiare la grave carenza di organico del Reparto, ma una riflessione deve essere fatta sula precaria sicurezza del carcere minorile Beccaria di Milano”, conclude il leader del SAPPE, che ricorda come “da mesi il SAPPE chiede, nell’indifferenza dell’Amministrazione Penitenziaria, una ispezione ministeriale nel carcere minorile di Milano Beccaria”. Capece ricorda i numerosi eventi critici accaduti nel carcere minorile Beccaria, in particolare la guerra tra bande rivali di detenuti nello scorso gennaio: “Quel che accade ogni giorno nel carcere minorile Beccaria di Milano è sintomatico di ingovernabilità e disorganizzazione. Eppure le nostre denunce rimangono senza risposte ed adeguati provvedimenti. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dalla Giustizia minorile e dall’Amministrazione Penitenziaria”. Roma, 2 maggio 2017 Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE