Il Dialetto e le nostre radici, tra orgoglio e salvaguardia in Lombardia.
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- 29 dicembre 2017
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- Views 64 Lombardia
“L’amore per il dialetto forse non salverà il mondo l’identità dei popoli si, quella si può ancora salvare”, fa sapere Cristina Cappellini, Assessore Regionale di competenza. Se l’Istat certifica che i dialetti sono ormai in via d'estinzione e che, come si legge sulla stampa, “prosegue lenta ma inarrestabile la progressiva perdita dell'uso del dialetto un pò in tutta Italia” ci sono persone e iniziative che ci fanno ancora sperare e sognare. Sono piccole grandi storie di passione che danno or...
“L’amore per il dialetto forse non salverà il mondo l’identità dei popoli si, quella si può ancora salvare”, fa sapere Cristina Cappellini, Assessore Regionale di competenza. Se l’Istat certifica che i dialetti sono ormai in via d'estinzione e che, come si legge sulla stampa, “prosegue lenta ma inarrestabile la progressiva perdita dell'uso del dialetto un pò in tutta Italia” ci sono persone e iniziative che ci fanno ancora sperare e sognare. Sono piccole grandi storie di passione che danno origine a progetti straordinari, controrivoluzionari si potrebbe dire, vista l’epoca relativista, mondialista e anti-identitaria come quella che stiamo vivendo. O subendo. In piccole e grandi comunità, in territori spesso non conosciuti ai più, in terre di mezzo tra passato e futuro, ci sono uomini e donne coraggiosi, orgogliosi della propria storia e delle proprie radici. Anche in Lombardia. Uomini e donne che hanno anche saputo cogliere al volo le opportunità e gli stimoli offerti dalla loro Regione per la salvaguardia della lingua madre. L’anno scorso abbiamo approvato un’importante legge di riordino in materia culturale, fondata sui due pilastri della tradizione e dell’innovazione che, quando non si scontrano ma si incontrano, danno origine a grandi progetti. Una delle nuove norme inserite nella legge regionale riguardava proprio la promozione della lingua lombarda nelle sue varietà locali. Ebbene, in prima applicazione, dal territorio sono arrivati riscontri davvero positivi, a dimostrazione del fatto che se le istituzioni mettono a disposizione risorse, idee e stimoli concreti, non possono che trovare nei territori, nei cittadini, in chi ancora coltiva un senso di appartenenza vero, una sponda forte per remare insieme nella stessa direzione. Questo per dire che le culture locali sono ancora vive, che le tradizioni sono ancora vive (mai visti negli ultimi anni tanti presepi allestiti come durante queste festività natalizie), che le lingue locali sono ancora vive, ma sono in pericolo. E per continuare a tenerle vive serve ossigeno, serve passione. Sono come una pianta delicata ma dalle radici forti, che ha bisogno di essere annaffiata ogni giorno e trattata con cura. Con un bando da 150.000 euro quest’anno abbiamo permesso la nascita di Festival musicali in lingua lombarda, di rassegne identitarie che hanno raccontato e raccontano usi, costumi, tradizioni e saper fare dei nostri territori, e persino un sito internet interamente dedicato alla lingua lombarda. Far vivere i dialetti allora dipende anche da noi. Ma occorre consapevolezza, speranza e volontà di rimboccarsi le maniche per poter continuare a essere qualcuno, ad appartenere a una terra, a una grande città o a un piccolo borgo, a una comunità. Occorre fare tutti la nostra parte per coltivare la nostra identità come un giardino prezioso. Noi, come Regione, vogliamo continuare a fornire nutrimento alle nostre culture locali, partendo dalla lingua madre. In un tempo di pessimismo e di rassegnazione generale non vogliamo assistere inerti all’eutanasia dei dialetti, oltre che della speranza e dell’azione”, conclude l’Assessore Regionale Lumbard Cristina Cappellini.