Militari nei pronto soccorso. Fsi-Usae: “Positiva proposta del Ministro Grillo"

indispensabili i posti di polizia ma aggressioni favorite soprattutto dalle lunghe ore di attesa"

Forze armate negli ospedali


 “Riteniamo positiva la proposta del ministro della Salute, Giulia Grillo, di impegnare le Forze Armate per il controllo degli ospedali, ovvio non sarà una soluzione risolutivaè indispensabile la reintroduzione di posti di polizia nei pronti soccorsi degli ospedali come abbiamo detto più volte, ma non è l’unica soluzione che può fermare il fenomeno delle aggressioni a infermieri e medici, sono soprattutto le ore di attesa nei pronto soccorso che alimentano rabbia di pazienti e operatori – replica al ministro Calogero Coniglio Segretario Regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei – sindacato firmatario del Ccnl Comparto Sanità.

La denuncia del sindacato è forte:
“Nelle aree limitrofe ai pronti soccorsi stazionano vagabondi, ubriachi, che spesso si azzuffano, diventa pericoloso lavorare per il personale, che rischia aggressioni e denunce dai cittadini” - spiega Coniglio.

Coniglio punta il dito contro il sistema sanitario siciliano che giudica da anni “inefficiente, disorganizzato e incapace di dare risposte adeguate tramite i servizi territoriali: sempre più reparti soffrono la carenza di organico, mentre pazienti e cittadini sono esasperati dalle lunghe attese per l’agognato “posto letto”. Una miscela esplosiva di carenze e disfunzioni in cui il personale è lasciato solo come parafulmine”.

 

Le criticità dei pronto soccorso in Sicilia si conoscono: sovraffollamento e personale ridotto, tempi di attesa lunghissimi, pazienti costretti su barelle inadatte al ricovero prolungato e visite mediche senza la necessaria privacy, il Ministro Grillo non può non sapere questa amara verità, Le rinnoviamo la nostra richiesta di incontro per avviare un percorso serio e propositivo” – conclude Coniglio.

Il problema della sicurezza riguarda
la sanità sia al nord che al sud, con maggiori problemi al sud, ma anche al nord non si scherza.
Ne abbiamo parlato in precedenza: