Trento: scoperta dalla Polizia postale rete di pedofili, 10 arresti

Trento: scoperta dalla Polizia postale rete di pedofili, 10 arresti, segue comunicato ufficiale La  di Trento ha arrestato 10 pedofili e sequestrato durante le 48 perquisizioni, in diverse regioni italiane, un’ingente quantità di materiale informatico nel quale erano presenti immagini di sfruttamento sessuale di minori. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire una fitta rete di pedofili che, utilizzando il servizio di instant messagging criptato di un notissimo applica...

Trento: scoperta dalla Polizia postale rete di pedofili, 10 arresti, segue comunicato ufficiale La  di Trento ha arrestato 10 pedofili e sequestrato durante le 48 perquisizioni, in diverse regioni italiane, un’ingente quantità di materiale informatico nel quale erano presenti immagini di sfruttamento sessuale di minori. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire una fitta rete di pedofili che, utilizzando il servizio di instant messagging criptato di un notissimo applicativo, ritenuto riservato e sicuro, aveva prodotto e scambiato numeroso materiale pedopornografico. Le indagini sono iniziate con l’arresto di un 38enne altoatesino, avvenuto a febbraio del 2016, trovato in possesso di 4 Terabyte di materiale digitale (foto/video) contenente immagini pornografiche di minorenni. Indagando sulla provenienza di quel materiale gli specialisti della postale hanno scoperto che dal computer dell’arrestato risultava un abnorme utilizzo dell’applicazione VOIP ed una impressionante rubrica composta da numerose decine di contatti. Con l’utilizzo, poi, di particolari software, i poliziotti sono riusciti a ricostruire a posteriori un’enorme quantità di conversazioni, dalle quali emergeva la morbosità degli interlocutori nei confronti di pratiche sessuali con minorenni. L’arrestato era il fulcro di una rete con oltre un centinaio di contatti dislocati in varie città italiane, con i quali lo stesso, a volte presentandosi come madre di una bambina minorenne, affermava essere attratto sessualmente da bambini in tenera età e offrendo agli interlocutori, di volta in volta, materiale pedopornografico. Tra di loro vi erano accordi ben definiti, patti di segretezza da mantenere e l’obbligo di fare uso dell’instant messaging per la condivisione delle foto proibite di minori al fine di rimanere anonimi e quindi restare impuniti.