Non vuoi il velo? Ti taglio i capelli

E’ la storia di una violenza praticata in famiglia del Bangladesh, a causa di una madre molto chiusa e per nulla integrata. Se si sceglie di andare in un paese con usi e costumi diversi bisogna anche considerare la realtà locale, seppure diversa da quella di origine. La scelta della madre di costringere la giovane a piegarsi e visto il diniego la ha abbruttita denigrandola col taglio dei capelli. E’ normale che i ragazzi di figli stranieri cerchino di essere simili nel vestiario, nel cibo, ne...

E’ la storia di una violenza praticata in famiglia del Bangladesh, a causa di una madre molto chiusa e per nulla integrata. Se si sceglie di andare in un paese con usi e costumi diversi bisogna anche considerare la realtà locale, seppure diversa da quella di origine. La scelta della madre di costringere la giovane a piegarsi e visto il diniego la ha abbruttita denigrandola col taglio dei capelli. E’ normale che i ragazzi di figli stranieri cerchino di essere simili nel vestiario, nel cibo, nel divertimento e nella vita quotidiana ai nostri che frequentano. L’episodio è stato mal digerito persino dall'Ucoii, l'unione delle comunità islamiche italiane. «Pur nel rispetto della nostra cultura e della nostra religione - ha commentato il presidente Izzeddin Elzir, imam di Firenze - crediamo peró che la scelta del velo debba restare tale: una scelta. Siamo vicini alla giovane ragazza bolognese. La fede è più forte di un indumento, obbligare al velo non ha nulla di religioso». È sbagliato però, ha precisato, «additare la famiglia d'origine della giovane, cavalcando quella vulgata che oggi crede che tutte le donne islamiche siano costrette al velo. Non è così. Noi dell'Ucoii crediamo di dover tutelare tanto chi oggi liberamente sceglie di portare il velo tanto quanto chi oggi decide di non indossarlo più. L'Islam rispetta profondamente la donna e la sua autodeterminazione. Ecco perchè siamo i primi a stringerci attorno alla piccola ragazza bolognese». «È questa l'integrazione degli islamici che vivono in Italia - ha sentenziato Daniela Santanchè di Forza Italia -, ma questo di Bologna non è il primo caso, né sarà l'ultimo, di violenza famigliare ai danni di giovani che vengono puniti, o peggio uccisi, dai loro genitori perché hanno come unico desiderio quello di integrarsi e vivere una vita normale senza sottomettersi a leggi arcaiche che troppo spesso puniscono sempre giovani donne». Una storiaccia che dovrebbe fare chi è già in Italia, ma anche e soprattutto chi ci vorrebbe venire, L’Italia è diversa da tanti altri paesi dell’Africa e dell’Oriente (con tutti i suoi limiti e carenze), per usi, costumi, tradizioni e altro. La libertà ce la siamo conquistata e non permetteremo ad altri di metterla in discussione. Giuseppe Criseo Varese Press
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