VACCINI. NESSUNA PROROGA SU SCADENZA 10 MARZO
- /
- 13 marzo 2018 Istituzioni Italia
VACCINI. NESSUNA PROROGA SU SCADENZA 10 MARZO, e' la precisazione del Ministero della Salute La precisazione nasce dalle continue notizie sui bimbi rifiutati dalle scuole a causa della mancanza dei vaccini previsti anche perchè qualche genitore se il figlio/a avesse problemi seri derivanti da un altro che lo ha infettato potrebbe adire alle vie legali contro la scuola, la regione e anche il Ministero. Potrà non piacere ma le legge va rispettata, poi è chiaro che chi la pensa ...
VACCINI. NESSUNA PROROGA SU SCADENZA 10 MARZO, e' la precisazione del Ministero della Salute La precisazione nasce dalle continue notizie sui bimbi rifiutati dalle scuole a causa della mancanza dei vaccini previsti anche perchè qualche genitore se il figlio/a avesse problemi seri derivanti da un altro che lo ha infettato potrebbe adire alle vie legali contro la scuola, la regione e anche il Ministero. Potrà non piacere ma le legge va rispettata, poi è chiaro che chi la pensa diversamente avrà possibilità di rimettere la questione nelle mani della giustizia, ma per ora e giustamente, il Ministero fa rispettare la legge: "Il Ministero della Salute precisa che il termine del 10 marzo vale per tutte le Regioni, anche per quelle che hanno aderito alla procedura semplificata. Il termine del 10 marzo è fissato dalla Legge ed è stato ribadito anche dall'ultima circolare Miur-Ministero della Salute dello scorso 27 febbraio che ha fornito le indicazioni operative per l'anticipo, per l'anno scolastico 2017/2018, della procedura semplificata prevista dalla legge a partire dall'anno scolastico 2019/2020 che consente lo scambio diretto di dati tra Asl e Istituti scolastici. Per questo, nel caso non si sia adempiuto agli obblighi vaccinali entro il 10 marzo, è vietato l'accesso per asili nido e scuola infanzia (0-6 anni) sino a quando il minore non sarà vaccinato o non avrà regolarizzato la propria posizione vaccinale. Per i ragazzi della scuola dell'obbligo (6-16 anni) scatta la procedura che può portare ad una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro. In ogni caso, i bambini (0-6 anni) saranno immediatamente riammessi a scuola nel momento in cui dimostrino di essere in regola. "