Nino Caianiello: " colpevole di non essere colpevole"

Nino Caianiello:" colpevole di non essere colpevole" La giustizia italiana è risaputo, ha dei tempi che forse dire biblici è troppo ma sicuramente non normali per un paese civile. Tra i tanti che se ne lamentano, giustamente, c’è pure il gallaratese Nino Caianiello che notizia di oggi, ha visto confermata la sua condanna a tre anni per concussione continuata nonostante il capo d’accusa fosse stato in passato bocciato dalla Cassazione e rimandato in Appello. Questioni burocratiche, legali e gi...

Nino Caianiello:" colpevole di non essere colpevole" La giustizia italiana è risaputo, ha dei tempi che forse dire biblici è troppo ma sicuramente non normali per un paese civile. Tra i tanti che se ne lamentano, giustamente, c’è pure il gallaratese Nino Caianiello che notizia di oggi, ha visto confermata la sua condanna a tre anni per concussione continuata nonostante il capo d’accusa fosse stato in passato bocciato dalla Cassazione e rimandato in Appello. Questioni burocratiche, legali e giuridiche che ben conoscono gli avvocati ma noi ce ne teniamo fuori fino alla sentenza definitiva, visto che i colpi di scena sono vari, con reati che cambiano e di cui si dovranno e potranno capire le motivazioni solo una volta che saranno depositate. Passano i giorni, i mesi e gli anni, e Nino dovrà attendere con pazienza e se alla fine del martirio finirà tutto in una bolla di sapone, lui avrà comunque pagato un prezzo come immagine pubblica ma anche sul piano personale e famigliare. Il reato che se non cambia ancora è quello previsto dall'articolo 317 del codice penale italiano: « Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni. » L'interessato afferma "di non commentare le sentenze" per rispetto della Magistratura. Entrando poi nel merito, sempre come osservatori esterni, da quello che ricordiamo Cainiello era un responsabile politico non un pubblico ufficiale, seppure persona di spessore e rilievo non indifferente, non si capisce quindi come gli si possa affibbiare una qualifica che non aveva. Ribadiamo finirà tra qualche anno e solo allora sarà possibile emettere un giudizio definitivo, per ora c’è una condanna ma lui ribadisce: “sono colpevole di non essere colpevole”. Battuta che la dice lunga sulla rabbia ma anche sulla fermezza e pazienza del personaggio gallaratese. Giuseppe Criseo Varese Press