La risposta del Sindaco Andrea Cassani alla sentenza del Tar che sospende la sua ordinanza di agosto

La risposta del Sindaco Andrea Cassani alla sentenza del Tar che sospende sua ordinanza di agosto diretta alle organizzazioni che gestiscono l'accoglienza. Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani nello scorso agosto aveva emesso n. 6 del 18.08.2017 diretta alle società che gestiscono i migranti, con la quale si ordinava, tra l’altro, di “comunicare preventivamente la partecipazione a bandi”, di “comunicare nei 15 giorni precedenti, la sottoscrizione di accordi, contratti e con...

La risposta del Sindaco Andrea Cassani alla sentenza del Tar che sospende sua ordinanza di agosto diretta alle organizzazioni che gestiscono l'accoglienza.

Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani nello scorso agosto aveva emesso n. 6 del 18.08.2017 diretta alle società che gestiscono i migranti, con la quale si ordinava, tra l’altro, di “comunicare preventivamente la partecipazione a bandi”, di “comunicare nei 15 giorni precedenti, la sottoscrizione di accordi, contratti e convenzioni”, di “produrre all’Autorità Comunale entro 5 giorni dalla sottoscrizione, il contratto” e di “comunicare, attraverso una relazione quindicinale da parte del soggetto privato contraente, l’organizzazione interna della struttura, consistente nella dichiarazione di quanti siano i soggetti che ivi vi alloggiano, della provenienza degli stessi nonché di ogni altra informazione riguardante la salute dei medesimi”. La prima sezione del tribunale amministrativo regionale della Lombardia, a seguito del ricorso presentato dalla Prefettura e dal Ministero dell'Interno, ha sospeso l’ordinanza in attesa di giudicarla e ha fissato l’udienza per esaminarne il merito al 28 maggio 2018. Puntuale la reazione del Sindaco che reagisce con questa comunicazione che pubblichiamo:   Per ora ha vinto Golia mi ero illuso che un sindaco (che per legge può emanare ordinanze quale rappresentante della comunità locale “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica”) potesse essere informato su quanti e dove vengono Portati i richiedenti asilo dallo Stato. I giudici del Tar ci hanno ricordato che non abbiamo effettivi poteri per tutelare la nostra comunità nei i richiedenti asilo. O si è in possesso di Trattati sanitari o epidemiologici oppure non si può far nulla. A nulla è valsa la difesa del comune di Gallarate. Non basta un caso di malaria accertato Dalla Asst Valle Olona su un cittadino italiano (di origini nigeriane) di ritorno dalla Nigeria. Non basta un sospetto caso di malattia febbrile di un bambino (di origine cubana) di ritorno da Cuba che ha portato la Ats Insubria in via precauzionale a fare una disinfestazione ambientale nella via dove risiede il cittadino. Non basta aver fatto presente che in uno degli edifici dove è nota la presenza di richiedenti asilo Il Comune ha contestato che “l'immobile non risulta allacciato alla pubblica fognatura comunale” che era presente “acqua stagnante proveniente dal nuovo scarico dei container installati” oltre a “emissioni odorifere normalmente connesse alla presenza di acqua di fognatura stagnante”. Non basta che l'Ufficio Autorizzazioni Ambientali della Provincia di Varese abbia riscontrato che “non risulta mai essere stata rilasciata da questa Provincia alcuna autorizzazione allo scarico di acque reflue domestiche sul suolo o su tratti superficiali del sottosuolo”. Non basta che l'arpa abbia riscontrato che un insediamento è inserito in “area priva di rete fognaria” e che “la dispersione dei liquami avverrebbe mediante sub-irrigazione e pozzi perdenti” laddove l'area di interesse e ricomparsa nella “fascia di rispetto di una captazione di acqua sotterranea destinata al consumo umano”. Non basta che la Ats Insubria abbia riscontrato l'utilizzo di locali “carenti dei requisiti previsti per la preparazione dei pasti”. Non bastano nemmeno quelle immagini di dominio pubblico che mostrano condizioni ai limiti del disumano in strutture cosiddette ricettive. Figuriamoci cosa può accadere in situazioni del tutto private in cui il Comune nulla sa ne sarà più messo in condizione di sapere con la sospensione dell'ordinanza da parte del Tar. Come al solito si attendono fatti eclatanti per accorgersi all'improvviso di un pericolo che tutti percepiscono ma che non è supportato da (cito la sentenza del Tar) “alcun accertamento istruttorio” Noi abbiamo comunque lottato per tutelare i gallaratesi, nonché gli stessi richiedenti asilo che soggiornano in città. Siamo tutt'ora convinti dell'utilità dell'ordinanza, ma sapevamo anche che era difficile difendersi contro la prefettura di Varese e il Ministero dell'Interno. L'ordinanza (ora sospesa) terminerà il 31 dicembre 2017 e il TAR ha fissato la trattazione di merito del ricorso il 23 maggio 2018. Noi aspettiamo con ansia quella data, non tanto per la discussione (che non ci sarà per carenza di interesse essendo cessata l'efficacia dell'atto dal primo gennaio 2018), quanto perché a quella data ci sarà al governo Matteo Salvini che sistemerai problema dei richiedenti asilo che noi sindaci a quanto pare non siamo tenuti a risolvere.  Andrea Cassani  Sindaco di Gallarate