Al Santuccio l’alternanza scuola-lavoro diventa una mostra-racconto in 3D

Giovedì 7 giugno appuntamento al teatro di via Sacco a Varese con gli studenti e i docenti del liceo artistico Frattini, Faberlab, VersioneBeta, Confartigianato e l’associazione Wareseable per presentare le idee dei ragazzi trasformate in veri e propri progetti. Prossimo passo: il mercato?

 

 

Giovedì 7 giugno, alle 11, al Teatro Santuccio di Varese verrà raccontata una storia. Meglio ancora: verrà fatta vivere una storia attraverso le mani, la voce e i volti dei ragazzi del liceo artistico “A. Frattini” di Varese che in questi ultimi mesi hanno lavorato al Faberlab di Tradate e a VersioneBeta di Busto Arsizio (rispettivamente il laboratorio digitale e la scuola di formazione permanente di Confartigianato Imprese Varese) per trasformare il periodo di alternanza scuola-lavoro in un trampolino di lancio per il loro futuro e dare la più degna delle conclusioni all’esperienza già in parte raccontata il 15 aprile scorso durante la Varesedesignweek, alla quale hanno partecipato attivamente.

Il design, di prodotto e di servizio, come punto di partenza e di arrivo. Tutt’intorno le competenze (che si trasformano in esperienze) e gli strumenti (le nuove tecnologie digitali, ma non solo) che servono, oggi, per dare forma alle proprie idee e per trasformarle in progetti.

I ragazzi – dai quindici ai diciotto anni – si sono così scoperti inventori tra esercizi di fantasia e tagli laser. “Dall’idea al prototipo” è il titolo dell’iniziativa promossa da Confartigianato Imprese Varese e dall’associazione culturale Wareseable, che ha visto gli studenti delle classi Terza E (con la professoressa Benigna Leone) e Quarta E (professoressa Letizia Di Dio), entrambe dell’indirizzo Design, e Terza G (coordinata dal professore Gabriele Benefico), dell’indirizzo Audiovisivo e Multimediale, impegnarsi nella realizzazione di prodotti belli e utili.

 

Faberlab e Versione Beta sono stati i luoghi dove i ragazzi hanno preso confidenza con i materiali, gli oggetti, le forme e le conoscenze giuste per trasformare i «mi piacerebbe» in qualcosa di concreto. Soprattutto si sono accorti di quanto la famosa «rivoluzione industriale» sia presente nelle loro vite. Dove il tridimensionale, la prototipazione, il digitale ma anche l’autostima, la consapevolezza in sé stessi, il lavorare in team, il confronto e la sperimentazione sono facce della stessa medaglia.

 

L’evento-mostra al Teatro Santuccio è l’ultimo passo di questo percorso che ha visto la classe Quarta E dividersi in due gruppi distinti: uno concentrato sul «design di prodotto» (curato dai professionisti coinvolti dall’Associazione Wareseable e Faberlab) e l’altro sul «design di servizio» (VersioneBeta). Dall’ideazione dell’elemento di design alla progettazione, dallo studio di fattibilità alla prototipazione si arriva ora alla presentazione del prodotto: sarà mai adatto per il lancio sul mercato?

Ad oggi si può svelare ben poco ma il gruppo «design di prodotto» si è dedicato al mondo dei piccoli, anche con disabilità più o meno gravi. Così sono nati il «tappeto-tangram», il «libro sensoriale» e la «Gru-origami». Con un’alta attenzione nei confronti dell’educazione, dell’ambiente e della sicurezza. I ragazzi del «design di servizio», invece, hanno realizzato un totem informativo che fa leva sull’Intelligenza Artificiale e sulla interattività multilivello (una parete racconta quello che è Versione Beta anche con alfabeto Braille in sovraimpressione).

 

Gli studenti della Terza E hanno sviluppato le competenze utili per la progettazione di un oggetto di design relazionandosi con aziende e professionisti esterni del settore. La classe, infatti, ha realizzato i progetti di quattro elementi di arredo urbano per la città di Varese, proseguendo con la proposta del concorso di idee indetto dall’Associazione Wareseable nel 2017 (panchina, cestino, pensilina e sistema illuminante) passando poi alla prototipazione nel laboratorio digitale di Confartigianato Imprese Varese. Il tutto è legato dal filo rosso della Varese Design Week, che verrà raccontata proprio dalla classe Terza G attraverso la proiezione di un video dedicato.