FERROVIA IONICA: “Una opportunità per la Crescita Economica del Corridoio Orientale calabrese”
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- 06 agosto 2017 Eventi notizie importanti
FERROVIA IONICA: “Una opportunità per la Crescita Economica e lo Sviluppo del Corridoio Orientale calabrese”
Un caso lampante di quanto scellerata sia la politica dei trasporti ferroviari in Italia, affidata al monopolio del Gruppo FS SpA nelle sue articolazioni societarie, è dato dalla attuale gestione della ferrovia ionica e delle sue derivate...
Lateralizzazione, parola che richiama concetti di natura psicologica. Ma no, più semplicemente: le porte dei treni possono essere aperte o chiuse solo dal personale che guida il treno.
Una cosa - se vogliamo - sensata. Peccato che Trenitalia disponga che il sistema sia implementato su tutte le locomotive elettriche dei treni a lunga distanza, ma non sulle locomotive diesel relative agli stessi treni. Anzi, 7 locomotive diesel tra le più potenti, le D445, come questa: vengono attrezzate per la lateralizzazione, ma poi il progetto non prosegue e nessuna locomotiva diesel (seppur predisposta) è omologata per questo nuovo sistema di sicurezza. Effetto? I treni a lunga distanza tra Milano e la costa ionica della Calabria, avendo disposto Trenitalia che il cambio di trazione anziché a Sibari avvenga a Taranto, semplicemente in mancanza di “lateralizzazione” (che i locomotori diesel lo siano o meno poco importa) vengono semplicemente soppressi. E neppure a Sibari, magari in trazione elettrica, li si fa più arrivare. Se si prende un orario ferroviario in vigore, come l’orario della circolazione treni viaggiatori presso la stazione di Sibari, diciamo a fine settembre 2017, si scopre che su 86 collegamenti giornalieri totali (alcuni solo feriali altri solo festivi, ecc.) ben 47 sono autobus, soltanto 4 percorrono l’intera ionica tra Reggio Calabria e Taranto (ma non oltre) classificati IC (si fa per dire) gli altri treni o locali o diretti a Cosenza. Gli IC sono di solito effettuati con delle automotrici diesel degli anni 70, classificate come ALn 668 come questa: Insomma, se la situazione non fosse drammatica, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risa! Che fare? In seguito a un ragionamento svolto con il dr. Maurizio Compagnone, si concorda di suggerire al Ministero, che solitamente contribuisce all’esercizio dei treni a lunga percorrenza che – in quanto affidati al gruppo FS non riescono per i loro costi a “stare sul mercato” (ad autofinanziarsi), che questo dovrebbe ri-contribuire questi treni, tra Milano e la Calabria ionica…. Non tanto per il gusto di farli girare, quanto piuttosto per partecipare anche in queste neglette lande del Sud allo sviluppo del sistema Paese. A cosa altro serve infatti un sistema ferroviario se non a promuovere l’economia dei territori? Sarebbe anche opportuno che ci si rivolgesse al mercato libero senza troppi lacci e lacciuoli, sia verso quello interno che verso quello estero. Non è certo impossibile trovare degli operatori disposti a svolgere quei servizi che il monopolista non intende svolgere…. A patto che il monopolista – per non perdere questa sua attribuzione – come ha già ampiamente dimostrato di saper fare, non si “metta di traverso” (il riferimento è alla Torino – Milano sulla cui direttrice FS ha reso impossibile un timido accenno di concorrenza, ovvero sulla Bolzano – Verona che la stessa ha reso la vita impossibile a una azienda straniera). L’AD FS SpA in una recente esternazione giornalistica a Perugia parlando dei treni notturni a lunga percorrenza ha più o meno letteralmente affermato che, non riuscendo FS a garantire la sicurezza (furti, aggressioni, stupri e altre amenità simili) dei viaggiatori, semplicemente si preferisce sopprimere i treni e rincorrere Flexibus con servizi autobus FS. In un Paese normale lo Stato avrebbe invitato questo Amministratore delle ferrovie a lasciar perdere i treni e tornarsene proprio ai suoi autobus, magari a Firenze da cui proviene. Non sarebbe male invece che, regione Calabria consenziente, da questa linea costiera su un territorio benedetto da Dio ma abbandonato da alcuni uomini, si manifestassero segni di inversione di tendenza del trasporto ferroviario in Italia, che non è né deve essere soltanto lo scintillio delle Frecce in un deserto di abominazione! Prof Gabriele Bariletti UTP Utenti Trasporto Pubblico