Carabinieri calunniati assolti definitivamente

OMUNICATO STAMPA DEL 13 MARZO 2017   Oggetto:
Carabinieri calunniati assolti definitivamente: “Otto anni ostaggio della caccia alle divise. Questi tempi attentano a vite e carriere dei Servitori dello Stato e insieme danneggiano l’intera Istituzione”.   “Ancora due Servitori dello Stato vittime della caccia alle divise che, alla fine e come sempre,                   sono stati assolti ...

OMUNICATO STAMPA DEL 13 MARZO 2017   Oggetto: Carabinieri calunniati assolti definitivamente: “Otto anni ostaggio della caccia alle divise. Questi tempi attentano a vite e carriere dei Servitori dello Stato e insieme danneggiano l’intera Istituzione”.   “Ancora due Servitori dello Stato vittime della caccia alle divise che, alla fine e come sempre,                   sono stati assolti ampiamente. Ovvia soddisfazione per questa pronuncia giudiziaria su cui                          non si nutrivano dubbi che, però, arriva dopo oltre 8 anni da quelle odiose calunnie che volevano                due Carabinieri come razzisti torturatori senza scrupoli. Arriva dopo indicibili sacrifici e senza                che i colleghi possano sperare in alcun serio ristoro per quanto sofferto, visto che manca l’assistenza legale e qualsiasi seria speranza di ottenere risarcimenti. Arriva, oltre tutto, in un tempo assurdo, troppo lungo per qualsiasi imputato, ma che nel loro caso mette in ginocchio non solo la vita                      degli uomini, ma anche lo stesso unico e specifico ruolo professionale e sociale che svolgono,                    e danneggiano pesantemente l’intera Istituzione che rappresentano attentando all’indispensabile rapporto di fiducia che li lega ai cittadini”. Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp , Sindacato Indipendente di Polizia ,                       dopo la definitiva assoluzione di due Carabinieri accusati di un gravissimo pestaggio da un nigeriano. Quest’ultimo, un immigrato 40enne residente nel Veneziano, nel maggio del 2008 denunciò                            che i due militari, dopo averlo fermato per un controllo sulla sua Ford Fiesta, lo avevano ricoperto                     di insulti razzisti pestandolo con una paletta d’ordinanza, fino a spezzargliela sulla fronte - era stata                però ritrovata integra -. I Carabinieri si sono sempre difesi spiegando che invece era stato il nigeriano                             ad aggredirli, tanto da aver arrestato l’uomo per resistenza a pubblico ufficiale, e che le ferite al volto               se le era procurate da solo, dimenandosi e andando a sbattere contro la portiera dell’auto aperta.                        Una versione, la loro, risultata confermata anche in tribunale dove i militari sono stati assolti in primo                  ed in secondo grado (visto che, ovviamente, il Procuratore aveva deciso di appellare anche la sentenza                            di assoluzione di primo grado….), vedendo cadere le accuse di lesioni, ingiurie con l’aggravante                       della discriminazione razziale, falso e calunnia. “Ribadiamo da anni - aggiunge Maccari - la necessità di restituire alle Procure Generali i procedimenti            a carico degli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, seguendo iter processuali che consentano nella maniera più rapida ed efficace di definire i procedimenti tenendo l’intero sistema al riparo dai maggiori                    e gravissimi danni che il passare del tempo produce. Si tratta di Operatori che svolgono compiti delicatissimi, per i quali lo Stato investe, che servono come l’aria ai rispettivi Corpi ed all’intero Paese,       che incontrano ogni tipo di insidie e che, normalmente, sono esposti a ritorsioni, vendette, insofferenze             e vero odio che si traducono il più delle volte in accuse infamanti quanto infondate. Sia che il sistema debba liberarsi di singoli soggetti infedeli, sia che invece onesti e sacrificati lavoratori debbano poter ritrovare la serenità e la libertà di proseguire senza danni nella loro carriera, la rapidità e l’efficienza             sono indispensabili. I titoloni che vengono usati e strumentalizzati ogni qualvolta un Appartenente                  alle Forze dell’Ordine incappa in un’accusa ingiusta producono ben più danni di quel che dovrebbero        e potrebbero se l’assoluzione piena di quello stesso accusato arrivasse in un tempo congruo.                               E’ responsabilità dello Stato tenerci al riparo anche da questo”.