Monopolio: l’Italia continua a non rispettare i trattati che ha sottoscritto
L'Italia mantiene un monopolio di fatto delle rivendite tabacchi in contrasto con la direttiva europea Bolkestein del 2006 Non tutti sanno che l'Italia è stata recentemente condannata dalla Corte di Giustizia per non aver applicato i principi della libera concorrenza e dell'evidenza pubblica in materia di concessioni demaniali marittime. Tali principi sono fissati dai Trattati europei e trovano attuazione attraverso le disposizioni della direttiva Servizi n. 123 del 2006 (dir...
L'Italia mantiene un monopolio di fatto delle rivendite tabacchi in contrasto con la direttiva europea Bolkestein del 2006
Non tutti sanno che l'Italia è stata recentemente condannata dalla Corte di Giustizia per non aver applicato i principi della libera concorrenza e dell'evidenza pubblica in materia di concessioni demaniali marittime. Tali principi sono fissati dai Trattati europei e trovano attuazione attraverso le disposizioni della direttiva Servizi n. 123 del 2006 (direttiva Bolkestein). L'articolo 12, paragrafi 1 e 2, di tale direttiva è stato interpretato dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea nel senso che "osta a una misura nazionale che prevede la proroga automatica delle autorizzazioni demaniali marittime e lacuali in essere in assenza di qualsiasi procedura di selezione tra i potenziali candidati". Il campo di applicazione di tali statuizioni non è, tuttavia, limitato alle sole concessioni demaniali ma coinvolge anche altri settori dell'economia di assoluta rilevanza. Farmacie, venditori ambulanti, tabaccai, sono tutti titolari di concessioni pubbliche destinate ad essere messe in discussioni in un prossimo futuro. La proroga delle concessioni/autorizzazioni per le rivendite di tabacco oltre il periodo di nove anni, ad esempio, "senza l'organizzazione di una gara d'appalto sulla base di criteri non discriminatori, trasparenti ed obiettivi, comporta in pratica il rinnovo automatico di dette concessioni/autorizzazioni, vietato dall'articolo 12, paragrafi 1 e 2 della direttiva sui servizi". Tutto ciò rappresenta, tuttavia, una prassi consolidata. Le concessioni tabacchi, infatti, vengono di fatto rinnovate ogni 9 anni senza alcuna gara pubblica, attraverso il semplice pagamento di una tassa cd novennale da parte dei vecchi gestori. Tale privilegio, però, contrastante con la normativa sia italiana che europea, appare del tutto ingiustificato, soprattutto se si pensa che molte delle rivendite tabacchi ordinarie posizionate nei grandi centri urbani "rappresentano delle attività commerciali avviate con un fatturato annuo superiore ad 80 mila euro". Alla vendita di tabacchi è possibile, infatti, "associare servizi bar, entrare a far parte del circuito bancario esclusivo ITB (ora Intesa Sanpaolo) e diventare uno degli oltre 10 mila punti SISAL/LOTTOMATICA presenti sul territorio per la gestione dei giochi legali." Un giro di affari che secondo quanto chiarito da "Tobacco Company" potrebbe essere presto messo in discussione in sede giurisdizionale sia a livello nazionale che europeo. Per maggiori info su "Come aprire o acquisire una rivendita tabacchi in una grande città", Giovanni D’Agata presidente dello “”, invita a cliccare i seguenti link: http://tobaccocompany.blogspot.it/2017/10/come-aprire-o-acquisire-una-rivendita.html e http://tobaccocompany.blogspot.it/2017/10/come-aprire-o-acquisire-una-rivendita_18.html Lecce 27 ottobre 2017 Giovanni D’AGATA