Ospedale di Busto: la denuncia dei medici contro lo smantellamento
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- 26 giugno 2018
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- Views 600 Direttore Busto Arsizio
riceviamo e pubblichiamo la lettera di protesta di un medico
Ai capi gruppo del Consiglio Comunale di Busto Arsizio
Al Sindaco
Gentilissimi signori/e
Oramai stufi di subire, da professionista e da dipendente,
il declino costante della struttura in cui lavoro, l’ospedale della vostra città,
vi scrivo per portarvi a conoscenza di alcuni fatti.
RIDUZIONE DI COMPETENZE SCECIALISTICHE E POSTI LETTO.
A)
Neurologia:
la chiusura del reparto di neurologia, ormai qualche anno or sono ha portato
alla perdita di circa 20 posti letto di degenza e alla presenza di un solo consulente
neurologico dal lunedì al sabato mattina, che deve espletare consulenze nei
reparti, attività ambulatoriale programmata e consulenze da Pronto Soccorso.
L’esperienza maturata è che i pazienti
neurologici quindi o stazionano in Pronto Soccorso in attesa di essere trasferiti
presso Neurologia a Gallarate o Saronno, o vengono ricoverati in medicina,
reparto non specialistico.
Perché? Perché se non hai casa (cioè in PS
a Gallarate o Saronno) il paziente sei portato a considerarlo come non tuo e
quindi un di più rispetto alla tua normale e statutaria attività. Per cui il
paziente neurologico a Busto ha un percorso più accidentato rispetto a
Gallarate o Saronno, che ribadisco spesso si traduce in ricovero in ambiente
non specialistico;
B)
Oncologia:
nell’ottica dell’armonizzazione tra ospedali, in vista (?) di un futuro
ospedale unico, l’Oncologia a Busto Arsizio, come degenza non c’è più.
C’è un oncologo che a turno espleta le
consulenze dei reparti, segue i malati che fanno chemioterapia in day hospital,
viene chiamato in Pronto Soccorso per pazienti oncologici che ivi afferiscono. Il lavoro del collega, come chiunque può
indovinare, appare estremamente arduo (una collega, visti i risultati, ha
deciso di dimettersi) e si traduce per i pazienti in tempi di attesa allungati
e spesso i ricoveri non in ambito oncologico (in medicina), da cui raramente il
paziente viene trasferito in oncologia.
E questo comporta grossi problemi: l’attuale
normativa sui chemioterapici, per es. impedisce ai colleghi della medicina di
manipolare o somministrare chemioterapici, perché non abilitati per legge a
farlo.
Ricovero in medicina uguale no chemio.
Ancora una volta la carenza di un reparto
specialistico nel presidio dove il paziente afferisce, determina per il
medesimo un trattamento qualitativamente peggiore.
In nome di cosa?
2. Situazione
Pronto Soccorso
La presenza della ASST Valle Olona di vari
ospedali (B.A., Gallarate, Angera, Somma, Saronno) ognuno con il suo pronto
soccorso ha reso necessario, vista l’impossibilità per SCELTA POLITICA di
razionalizzare gli ospedali (magari convertendone qualcuno in cure intermedie,
riabilitazione, cure post acute o subacute, chissà...) distribuire i colleghi
del pronto soccorso sui vari presidi. Nello scorso anno è toccato a Gallarate
venir soccorso da Busto per mancanza di medici del Pronto Soccorso.
A Busto peraltro il carico di lavoro appare
ripartito in maniera differente con un solo medico in servizio nel turno 21-08,
senza ortopedico e chirurgo generale con la reperibilità del radiologo.
Si sono dimessi parecchi medici creando un
buco nel servizio che si aggraverà nel periodo estivo.
A Gallarate abbiamo lo stesso problema quindi
in tutta l’azienda si capisce che vi sia una problematica di tipo organizzativo.
…..
Di chi è a la responsabilità?
Da una parte c’è la Direzione Sanitaria che
si muove con lentezza e dall’altra parte la Direzione Amministrativa che affossa
qualunque proposta che arriva dall’altra parte.