RECENSIONE MOSTRA KEITH HARING - ARTE MILANO
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- 03 maggio 2017
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- Views 33 Cultura
Un’ intera storia dell’arte nascosta negli omini di Keith Haring, questa è la percezione che ho avuto mentre percorrevo questo viaggio tra le sale della mostra allestita a Palazzo Reale dedicata all’artista più celebre degli anni 80 e 90 che ha cambiato il modo di vedere l’arte ed è stato il padre della street art. La mostra, dal titolo “Keith Haring. About Art”, curata da Gianni Mercurio, promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, presenta 110 opere, molte di dimensioni monumentali, a...
Un’ intera storia dell’arte nascosta negli omini di Keith Haring, questa è la percezione che ho avuto mentre percorrevo questo viaggio tra le sale della mostra allestita a Palazzo Reale dedicata all’artista più celebre degli anni 80 e 90 che ha cambiato il modo di vedere l’arte ed è stato il padre della street art. La mostra, dal titolo “Keith Haring. About Art”, curata da Gianni Mercurio, promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, presenta 110 opere, molte di dimensioni monumentali, alcune delle quali inedite o mai esposte in Italia e sarà visitabile fino al 18 giugno, e ora vi spiego perché andarla a vedere. Keith Haring in un ritratto di Timothy Greenfield – Sanders 1986 Non si può capire a pieno le opere di Haring senza considerare le sue conoscenze del campo, questa è la particolarità della mostra che mette chiaramente in luce la piena conoscenza e padronanza che l’artista aveva della storia dell’arte, il cui compito è stato estrapolarla e attualizzarla nel contesto New Yorkese degli anni 80/90. Haring crea un linguaggio artistico personale, unico e inconfondibile; basato sugli omini stilizzati che conservano un’innocenza infantile, anche se non celano malvagità umana e inquietudini. Artista-attivista impegnato socialmente, denuncia i mali del suo (e anche nostro) tempo: droga, razzismo, alienazione, arroganza del potere e la piaga di quegli anni: l’AIDS, che non risparmiò neanche lui, ucciso dalla malattia a soli 30 anni. Curati e di forte impatto gli accostamenti che troviamo nelle sale; così l’opera
Untitled del 1981 rimanda alla battaglia dei centauri di Michelangelo; i suoi murales sono confrontati con il calco della Colonna Traiana e, di una bellezza sconcertante, l’opera del 1990 dove reinterpreta le Pale d’Altare tipiche dell’arte rinascimentale. Da qui si evince l’ottima preparazione culturale di Haring che affonda le radici nell’arte narrativa classica romana fino ai maestri del ‘900 come Picasso e Andy Warhol. Allucinato dai quadri di Bosch e dalle droghe, era un anticonformista e un ribelle che voleva denunciare le piaghe della società con la sua arte e oggi, a posteriori, possiamo dire che ci è riuscito. “Penso di essere nato artista; penso di avere la responsabilità di riuscirci. Ho imparato studiando la vita degli artisti e studiando il mondo”. K. Haring. dove: Palazzo Reale – Piazza del Duomo 12 – Milano quando: dal 21 febbraio al 18 giugno 2017 orari di apertura: lunedì 14.30 – 19.30 mart. / merc. / ven. / dom. 9.30 – 19.30 giovedì e sabato 9.30 – 22.30 Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura biglietto d’ingresso: € 12 intero – € 10 / 8 ridotto per maggiori info: http://www.mostraharing.it/