CRISTOFORO COLOMBO CON DUE CALABRESI SCOPRIRONO L'AMERICA
CRISTOFORO COLOMBO CON DUE CALABRESI SCOPRIRONO L'AMERICA. Una storia tutta italiana, anzi calabrese, quella della scoperta delle Americhe perché ben due erano i marinai che parteciparono nell’equipaggio di Colombo: Anton Calabres e Angelo Manetti. Come ricorda lo storico locale Giovanni Pisano “Fu il primo calabrese a varcare l’Oceano e a mettere piede sul quel Nuovo Mondo in cui, nei secoli successivi tanti suoi conterranei lo avrebbero segui...
CRISTOFORO COLOMBO CON DUE CALABRESI SCOPRIRONO L'AMERICA. Una storia tutta italiana, anzi calabrese, quella della scoperta delle Americhe perché ben due erano i marinai che parteciparono nell’equipaggio di Colombo: Anton Calabres e Angelo Manetti. Come ricorda lo storico locale
Giovanni Pisano “Fu il primo calabrese a varcare l’Oceano e a mettere piede sul quel Nuovo Mondo in cui, nei secoli successivi tanti suoi conterranei lo avrebbero seguito. Si chiamava Anton Calabrés, marinaio, l’uomo che assieme ad altri seguì Cristoforo Colombo nel primo viaggio alla scoperta del Nuovo Mondo a bordo della Pinta. Di lui si sa poco o niente e fino ad ora il suo nome è passato inosservato, nascosto fra le pieghe della storia, dimenticato fra le pagine dei documenti dell’epoca, confuso fra quelli dei tanti che parteciparono a quell’impresa, più di 500 anni fa.
Solo nel 1982 il nome di Anton Calabrés venne strappato per un attimo alle nebbie della dimenticanza quando Antonio Quinto Pisano, all'epoca consigliere comunale di Soverato, propose ed ottenne di dedicare una strada al misterioso navigatore, del quale aveva trovato menzione in antichi testi marinari. Poi più nulla! “ partendo da questi riferimenti storici e ripercorrendo i legami esistenti con il mondo della Calabria estremamente ricco sul piano culturale e di relazioni, si sono ripercorsi i legami tra il mondo ebraico proprietario di gran parte delle flotte delle repubbliche marinare di Genova e Pisa si è sviluppata la affascinate lettura del Mondo Templare e dei Rex Deus che Massimo Agostini - autore del libro et in Arcadia ego- ha portato al numerosissimo pubblico presente ad Amantea. I relatori hanno ripercorso la via del segreto ed i legami di Matilde di Canossa, Gioachino da Fiore, il tesoro di Alarico ed i frati di Crati coinvolgendo emozionalmente il pubblico presente ed il Sindaco di Amantea che per intero ha seguito l’evento ed ha portato i saluti della città al convegno come, per conto del collegio del GOI della Calabria, pure ha fatto Enzo di Valva. Sotto la presidenza di Giuseppe di Munno gli interventi di Guido Vitali della Commenda Templare del Rito di York, e di Domenico Bilotta. Le conclusioni di Tiziano Busca hanno focalizzato il senso ed il valore di una via di elevazione e spirituale come strumento di un “risorgimento della tradizione” iniziatica capace di modernizzare attraverso la memoria lo spirito dell’Uomo sulla via della sapienza e della Universalità dei valori di libertà e tolleranza. Ne parlano altri :
http://originicirotane.blogspot.it/2014/03/calabria-sconosciuta-g-pisano-anton.html, oppure
http://www.amanteaninelmondo.it/amanteani-nel-mondo/anton-calabres-lamanteano-che-ha-scoperto-lamerica.html?print=printper chi volesse approfondire. GIUSEPPE CRISEO VARESE PRESS