Stefano Binda è stata condannato all’ergastolo per l’0micidio di Lidia Macchi dopo 31 anni dal delitto avvenuto nel gennaio del 1987 in un bosco di Cittiglio.
Stefano Binda
è stata condannato all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi dopo 31 anni
dal delitto avvenuto nel gennaio del 1987 in un bosco di Cittiglio.
Dopo tre
ore di camera di consiglio i giudici hanno inflitto a Stefano Binda l’ergastolo,
hanno escluso l’aggravante dei motivi futili e abbietti e accolto invece quella
della crudeltà e della violenza
sessuale sulla allora giovane studentessa.
Il deposito delle motivazioni
della sentenza è previsto nei novanta giorni.
L’omicidio di Lidia Macchi risale a 31 anni fa, nel
frattempo la contorta vicenda si è sviluppata tra luci e ombre e forse adesso è
arrivata ad una conclusione.
Ci sono
voluti esattamente 31 anni, 3 mesi e 19 giorni dopo la morte della ragazza per
arrivare a questa clamorosa sentenza e solamente dopo che il caso era stato
riaperto nel gennaio 2016.
Nel 2000
l’allora capo dell’ufficio gip Ottavio d’Agostino aveva deciso di distruggere i reperti relativi all’omicidio.
Dopo quella
decisione l'inchiesta si è arenata per molto tempo ed è stata riaperta
improvvisamente quando un giornale locale entrò in possesso di una lettera
recapitata il giorno dei funerali a casa Macchi.
La
lettera conteneva una poesia intitolata “in morte di un’amica” e dopo la
pubblicazione su un giornale qualcuno riconobbe la calligrafia del Binda.
A quel
punto il caso è stato riaperto, tutta la vicenda è stata riesaminata, il corpo
della ragazza è stato riesumato per una nuova autopsia e sono state disposte
nuove ricerche per trovare l'arma del delitto
La
studentessa Lidia Macchi era stata trovata uccisa con 29 coltellate nel gennaio
del 1987 in un bosco a Cittiglio, nel Varesotto dopo aver subito una violenza
sessuale.
L’ipotesi accusatoria è che l’autore di quella poesia, che sembra
una confessione, sia stato il Binda che violentò e poi uccise la studentessa perché
si era concessa in contrasto con il credo religioso di entrambi (l’imputato e la
vittima erano ex compagni di liceo e facevano parte di Cl).