Torino, presi gli aggressori di Daisy Osakue: uno è figlio di consigliere Pd

Sono tre 19enni italiani residenti tra Vinovo, La Loggia e Moncalieri, nell'hinterland torinese, gli aggressori di Daisy Osakue, che a causa della lesione all'occhio sinistro rischia di non poter prendere parte agli Europei di Berlino.

L'atleta azzurra, la notte tra il 29 e il 30 luglio, stava tornando a casa proprio a Moncalieri, quando è stata colpita a un occhio da un uovo lanciato da un'auto in corsa.

I Carabinieri di Torino sono riusciti a risalire a coloro che erano a bordo della Fiat Doblò, risultata intestata al padre di uno di loro. Si tratta di Federico, figlio di Roberto De Pascali consigliere Pd del comune di Vinovo ed ex candidato sindaco. Aspetto che è stato prontamente rimarcato da Matteo Salvini sui social: "Si trattava solo di cretini mossi non da razzismo ma da stupidità. E uno dei lanciatori è figlio di un esponente del Pd!", ha twittato il Ministro dell'Interno.

I ragazzi hanno spiegato ai carabinieri di aver agito solo "per goliardia". Sono stati tutti denunciati per lesioni e omissione di soccorso. Le indagini, coordinate dalla procura di Torino, hanno preso il via grazie ai racconti dettagliati di Daisy, che ha descritto modello e colore della macchina dalla quale era stato lanciato l'uovo verso di lei.

La stessa automobile, com'è emerso dai primi accertamenti, era stata protagonista di un episodio simile avvenuto qualche giorno prima sempre a Moncalieri. La vittima, anche in questo caso una donna, era stata più fortunata: i tre ragazzi l'avevano mancata. Anche altri passanti, nei giorni precedenti, erano stati presi di mira dal 'commando delle uova'. Dopo le loro testimonianze, sono stati acquisiti i filmati di tutti i negozi delle strade dove sono avvenuti i fatti. Dall'analisi delle immagini è emersa, nei giorni e negli orari compatibili con i blitz denunciati, la presenza del Fiat Doblò nei luoghi indicati dai testimoni e grazie ad alcuni frame è stato possibile individuare il numero di targa.

La Fiat Doblò utilizzata per le scorribande, intestata all'esponente del Pd, era parcheggiata sotto casa e sulla fiancata destra erano ancora evidenti le striature di residui di uova. "La macchina viene spesso utilizzata da mio figlio, soprattutto di sera", ha chiarito il consigliere Pd in caserma, a cui è seguita l'ammissione del figlio che ha ammesso i lanci di uova, almeno 7 nell'arco di due mesi, e ha fatto i nomi dei due complici con cui, ha detto, si cimentava nel tiro al bersaglio solo per "goliardia".