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Eseguite 8 misure cautelari e il sequestro preventivo delle quote e del patrimonio aziendale di una società che operava nell’ambito del M.O.F. (Mercato Ortofrutticolo di Fondi)
Prosegue l’azione strategica di contrasto dei
sodalizi criminali che, avvalendosi del metodo mafioso, mirano ad acquisire il
controllo dell’imprenditoria nel basso Lazio, per infiltrare e monopolizzare i
vari settori delle attività produttive. Dopo il duro colpo assestato alla famiglia Gangemi
di Aprilia (LT), l’Arma dei Carabinieri, sotto il coordinamento della Direzione
Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, ha ora rivolto
la propria azione di contrasto a un gruppo criminale operante nell’ambito del M.O.F.,
il Mercato Ortofrutticolo di Fondi (LT), importantissimo snodo commerciale
della provincia pontina con un importante ruolo distributivo a livello
nazionale.
Operazione antimafia dei carabinieri di Latina
I Carabinieri del Comando Provinciale di Latina,
infatti, nelle prime ore della mattinata odierna hanno dato esecuzione tra
Fondi, Terracina (LT) e Mondragone (CE) a 6 ordinanze di custodia cautelare (3
in carcere e 3agli arresti domiciliari) emesse dal G.I.P. presso il Tribunale
di Roma nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario
titolo, dei reati di estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza,
impiego di denaro di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori,
autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni, commessi con l’aggravante del
metodo mafioso (art. 416 – bis.1 del codice penale). Nello stesso contesto si è
inoltre proceduto al sequestro preventivo delle quote e del patrimonio
aziendale di una società di trasporto, “La Suprema S.r.l.”. Ulteriori due correi, non ancora rintracciati,
sono attivamente ricercati. I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata
attività d’indagine convenzionalmente denominata “Aleppo”, avviata sulla base
di accertamenti compiuti dalla Tenenza Carabinieri di Fondi e proseguita, sotto
la direzione della citata D.D.A. dal Nucleo Investigativo, che ha consentito di
acclarare il controllo esercitato dalla famiglia D’Alterio sull’indotto del
M.O.F., ottenuto anche grazie a radicati collegamenti con i clan camorristici
casertani. In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare che
il gruppo familiare capeggiato da Giuseppe D’Alterio alias “Peppe o’ Marocchino”: ha esercitato un potere intimidatorio di tipo
mafioso al fine di monopolizzare i trasporti da e per il M.O.F., imponendo
anche una propria “tassa” ai movimenti effettuati dalle altre ditte; ha assunto il controllo della citata “La Suprema
S.r.l.”, fittiziamente amministrata da prestanome ma di fatto gestita dai figli
del citato D’Alterio, al fine di acquisirne i profitti eludendo le disposizioni
in materia di misure di prevenzione patrimoniali; ha minacciato un imprenditore della provincia di
Viterbo per tornare in possesso di beni che il medesimo aveva acquistato a un’asta
pubblica, dopo che erano stati sottratti agli stessi D’Alterio in esecuzione di
una misura di prevenzione. Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati
impiegati 50 Carabinieri del Comando Provinciale, supportati da quelli della
provincia di Caserta e da un velivolo proveniente da Pratica di Mare. Ristretti in carcere: D’ALTERIO Giuseppe (alias “Peppe o marocchino”), 62enne
originario di Minturno (LT) e residente a Fondi; D’ALTERIO Luigi, 38 enne originario di Formia e residente a Fondi; D’ALTERIO Armando, 35 enne originario di Formia e residente a Fondi; Sottoposti agli arresti domiciliari: D’ALTERIO Melissa, 36enne enne originaria di Formia e
residente a Fondi; D’AVIA Anna, 46 enne di Fondi; SIMONESCHI Matteo, 31 enne originario di Fondi e residente a
Terracina (LT).