“ASSENTEISTI di PROVINCIA”, operazione contro dipendenti pubblici assenteisti

I furbetti che tanto furbi non sono, ogni tanto si beccano e pagano.
Operazione della Guardia di Finanza che ha portato
all’emissione delle ordinanze richieste dal Proc. della Repubblica Dott. Aldo Giubilaro e dal Sost. Dr.ssa Roberta Moramarco,  concesse dal GIP Dott. Alessandro Trinci si è giunti poiché nell’arco temporale andante dal mese di ottobre 2016 al mese di maggio 2018, sono stati accertati complessivamente 4.900 episodi ca. di assenteismo da parte di dipendenti pubblici che hanno, con il loro comportamento, sottratto 2600 ore ca. di lavoro alla P.A., cagionando un esorbitante danno erariale nonché disservizi ai cittadini e nocumento al corretto andamento e buon funzionamento della Pubblica Amministrazione
Le parole del GIP:"“l’attività investigativa ha messo in luce l’esistenza di una lunga, consolidata e diffusa prassi di assenteismo ingiustificato, realizzato da numerosi dipendenti pubblici infedeli attraverso un sistematico ed ingegnoso aggiramento delle regole che disciplinano il rapporto di pubblico impiego.- Infatti, con artifici di vario titolo, (timbrature omesse, simulate, effettuate in luoghi non autorizzati o tramite familiari o colleghi compiacenti e false certificazioni) gli indagati, in un arco temporale assai significativo e con cadenza quasi giornaliera, si sono assentati,  senza giustificazioni, dai luoghi di lavoro, spesso più volte nell’arco della stessa giornata, per svolgere le più disparate attività (consumare cibo o bevande, acquistare generi alimentari, frequentare palestre, effettuare commissioni e acquisti, svolgere attività lavorativa presso esercizi commerciali riconducibili a parenti, accompagnare e riprendere i figli a scuola), dimostrando una spudorata disinvoltura ed una allarmante scaltrezza, oltre che una totale mancanza del senso del dovere e di rispetto per le istituzioni pubbliche.-

Ma ciò che ancor più destabilizza e preoccupa è lo spiccato senso di impunità manifestato da coloro che, nonostante i chiari segni di una inchiesta penale in corso, dopo una iniziale limitazione o interruzione dell’attività delittuosa, hanno ripreso con regolarità le loro condotte decettive e truffaldine nei confronti dell’Ente di riferimento.-

Il quadro complessivo tratteggiato dalle indagini, è davvero desolante e restituisce uno spaccato impietoso del lavoro pubblico concepito (anche) quale occasione per soddisfare i più eterogenei interessi personalistici a spese dei contribuenti pubblici, interessi che, nella loro attrattività, prevalgono sull’onestà e sul senso del dovere.- Si tratta di una dimensione talmente radicata e pervasiva, quasi culturale e di costume, da giustificare una prognosi di recidiva con un grado di predittività prossima alla certezza” .-