Aeroporti/Mafia: parcheggi abusivi in tutta Italia
fenomeno conosciuto da vari anni
I parcheggi abusivi sono una realtà delle grandi città di tutta Italia, magari sono semi-legali in alcuni casi e gestiti da gruppi di persone che chiedono un obolo, o in altri casi zone utilizzate come parcheggio anche se non lo sono.
Accanto a questi nelle vicinanze degli aeroporti, la cronaca italiana ha registrato vari casi al nord, al centro e al sud, di situazioni di illegalità gestite da privati ma anche da persone vicine alle criminalità, sempre in cerca di business derivanti da contanti da reinvestire facilmente in traffici illeciti.
Citiamo tre esempi:
-aeroporto Fiucimicino, nel 2015 ci furono parecchie auto che erano state posizionate nel parcheggio di un supermercato o del cimitero, episodio che è accaduto di recente.
-Brescia: la Polizia Provinciale di Brescia ha sequestrato un'intera area di 413 mila metri quadrati nel paese bresciano di Ghedi,ex cava estrattiva che si trova nell’ambito 42 tra l’aeroporto militare di Ghedi e il Comune di Montichiari, si parla del 21 maggio 2018.
-Catania. 10 parcheggiatori abusivi (9 aprile 2017).
Non pagare il parcheggio, altra tecnica studiata e sanzionata dalla Polizia di Tessera, Aeroporto Venezia: si accodavano a quelli usciti collezionando in due casi 400 transiti abusivi, ma alla fine sono stati multati per 6000 euro.
Accanto a questi quelli che mettono le frecce d'emergenza alle auto e stazionano nei pressi degli aeroporti, mettendo a rischio gli accessi di altri utenti.
Scegliere bene le aree di parcheggio è fondamentale:
«i parcheggi interni ai perimetri degli aeroporti sono tutti certificati e controllati dall’Enac»
Il settore è in mano a tanti operatori onesti e laboriosi, mentre altri usano internet con prezzi bassi facendo concorrenza al ribasso, risparmiando sulle norme antincendio oppure utilizzando personale in nero.
Carlo Rienzi, presidente del Codacons: «Il problema - aggiunge - è che chiunque sia proprietario di un terreno esterno agli aeroporti può avviare l’attività di parcheggiatore. Deve aprire una partita Iva e rilasciare fatture, ma poi non è soggetto ad alcuna autorità di controllo, come ad esempio l’Enac. Si può solo sperare che intervengano la polizia e i carabinieri».