Gallarate.Massoni-ladroni di statue al cimitero?

Da tempo si ripetono i furti nei cimiteri soprattutto di bronzi. Pare evidente lo scopo di rivendere il metallo o di commercializzare le opere artistiche. L’ultima segnalazione si riferisce a due statue ad altezza naturale di alto valore sia materiale che sentimentale.

Il Comune pensa per arginare il fenomeno crescente di installare delle videocamere anche nei cimiteri periferici. Sarà sufficiente ad arginare questo crescente fenomeno?

La cronaca e' forse l'aspetto più appariscente ma non sottovaluterei l'uscita e il titolo di un' altra testata del territorio che non si capisce bene con quali elementi citi i massoni.
Le opinioni sono tutte lecite, sia chiaro.
In questo come in altri casi, si tende però a dare giudizi in anticipo non per niente si chiamano pregiudizi, quelle considerazioni non supportate da fatti concreti ma solo una delle tanti possibilità.
Chi ruba lo fa per rivendere gli oggetti o se si tratta di un "collezionista" per uso personale o per rivendere all'asta.
Si rubano opere d'arte che finiscono all'estero e qualcuno pensa che un massone possa avere compiuto tale furto?????
Potrebbe essere un collezionista di qualsiasi genere, un "appassionato" di un certo genere artistico, un ladruncolo da quattro soldi che pensa di ricavare chissà quanto dalla rivendita.
Tutte le ipotesi sono in campo ma addossare preventivamente un furto a un massone, come a un altro gruppo qualsiasi senza la benche' minima prova o condanna o perlomeno una denuncia in tal senso, sembra uno dei tanti casi di "fake  news" tanto per fare scalpore.
Casi di ladri massoni non ne risultano negli episodi di cronaca e questo dovrebbe fare riflettere.
Questo modo di proporre un giudizio e' uno stereotipo:
la parola stereotipo, che viene da: stereos, che significa rigido o permanente, e tupos, che significa impronta, quindi, “impronta rigida”: modello immutabile."Uno dei primi sostenitori di questa linea teorica è stato il giornalista Walter Lippmann nel suo “Public Opinion” del 1922. Secondo Lippmann, infatti, gli stereotipi sociali non erano altro che rigide generalizzazioni costruite sui vari gruppi sociali, dal carattere presumibilmente tendenzioso e distorto. Per la costruzione della propria idea di stereotipo (egli) si era riferito al significato originario della parola, ovvero, quello di stampo tipografico: il modello iniziale da cui derivavano tutte le copie uguali del giornale. Ecco, quindi, come uno stereotipo che qualifica un gruppo o un individuo, diviene piuttosto uno stigmafermo e identificativo, esteso a tutti gli appartenenti ad una certa categoria" ( psicolab.net)

In conclusione se andiamo avanti su questa strada nella generalizzazione colpevolizzando interi gruppi sociali non ce la caveremo più: dare le colpe ai complottisti, alle scie chimiche, agli extraterresti, ai massoni, agli ebrei, ai brutti e ai cattivi, non solo ci impedisce di vedere e riflettere con serenità ma può creare nei lettori facili giudizi e opinioni non solo lontane dalle realtà ma anche  ingannevoli.
Dobbiamo cercare l'approfondimento  e  l'analisi seria anche se talvolta non c'e' il tempo e la voglia a causa delle scarse risorse economiche gravitanti nel settore.
I soldi non sono tutto  e non devono essere tutto perche' si finisce per dare ragione a chi ha grandi possibilità economiche scartando tutti gli altri, non perche' sia negativo avere grandi risorse economiche ma perche' le grandi risorse non devono monopolizzare l'informazione travisandola a loro uso e consumo: quello che e' accaduto a Genova non deve ripetersi e per questo occorre essere al di sopra delle parti nel limite del possibile visto che ognuno di noi ha le sue opinioni politiche e personali, ma non dobbiamo farci fagocitare dalle facili analisi e dal poco senso critico.