Gallarate, denunciato per post su una multa

Non arrivo a chiedere la chiusura di Facebook, perché serve a tante persone però così non si può andare avanti.

Ci si permette di parlare e magari non in maniera civile con chiunque prendendosi la “libertà” di commentare senza ritegno, senza conoscere l’interlocutore fino alla calunnia.

Gente magari con conoscenza primordiale della lingua italiana, tanto per creare il caso e diventare un eroe… magari in tribunale.

E’ il caso del gallaratese che presa una multa ha inveito più volte contro la Polizia Locale arrivando a fare nomi e cognomi degli agenti che lo avevano sanzionato per divieto di sosta in via Mameli.

Tre post con insulti.

Probabilmente il sessantenne gallaratese, nascondendosi dietro uno pseudonimo, era convinto di potere scrivere tutto ciò che gli passava per la testa

 

“Non è stato difficile per il personale del comando di via Ferraris risalire alla vera identità del responsabile. Una volta recuperati nome e cognome, l’uomo è stato convocato per spiegargli che il contenuto di quei messaggi costituiva reato e infine denunciarlo.

Un caso analogo a quello di un paio di mesi fa. Il protagonista questa volta è un uomo già noto alle forze dell’ordine. Sempre sui social era ricorso agli insulti nei confronti della polizia locale, aggiungendo una pesante ironia sulle divise dei agenti. Nei suoi confronti il reato ipotizzato è quello previsto dall’articolo 35 del codice penale, ovvero la diffamazione aggravata. Evidentemente lui, così come il sessantenne, ignorano la sentenza della Corte di Cassazione del marzo del 2016, alla base della quale viene configurato come reato l’utilizzo offensivo e diffamatorio dei social network a causa . Proprio come accade per giornali, televisioni e siti di informazione.”, aggiungono in  comunicato istituzionale dal comune di Gallarate.