Il bambino ha paura di volare e piange a dirotto, emettendo singhiozzi: intera famiglia cacciata dall'aereo
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- 11 agosto 2018
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- Views 77 Cronaca Area Malpensa
La decisione assurda della compagnia
Regno Unito, sul volo British Airways, diretto da Londra a Berlino, un bambino di tre anni piange perché ha paura di volare. Per il troppo "rumore" il volo è stato costretto a tornare al suo gate poco prima del decollo. Il personale di bordo decide di far scendere l'intera famiglia dell'India. La famiglia, ha dichiarato di essere stata maltrattata da un assistente di volo a causa del pianto a dirotto e singhiozzi del bimbo che ha determinato l'allontanamento dall'aereo. Pathak, un burocrate del governo indiano, ha scritto al ministro dell'aviazione di quel paese lamentando "l'umiliazione e il comportamento razziale". Ha dichiarato ai media indiani che "è stato un atto di discriminazione razziale". Pathak sostiene che suo figlio ha iniziato a piangere mentre il volo BA8495 si stava preparando a decollare dall'aeroporto di London City il 23 luglio. Ha detto ad ANI, un'agenzia di stampa multimediale indiana, che sua moglie ha preso il ragazzo tra le sue braccia, e un assistente di volo di sesso maschile, ha iniziato a gridare e ha usato commenti razzisti. Il papà, che lavora per il ministero dei trasporti dell'India, sostiene che suo figlio era terrorizzato e ha iniziato a singhiozzare di nuovo, e sua moglie ha messo il bimbo al suo posto e allacciato la cintura di sicurezza. Il pianto continuò mentre l'aereo si dirigeva verso la pista, ha riferito il papà. Mentre lo stesso assistente di volo è poi tornato e ha urlato "stai immobile, altrimenti sarai gettato fuori dalla finestra". Una volta scesi la famigliola ha cercato di far valere il proprio diritto a stare su quell’aereo ma il personale di sicurezza intervenuto per accompagnare a terra la famiglia ha dichiarato che la compagnia aerea è libera di accettare o meno passeggeri a bordo. La compagnia, comunque, ha dichiarato che l'aereo è stato a costretto a tornare al gate per ragioni di sicurezza perché i genitori non sono riusciti ad allacciare il figlio al suo posto nonostante le numerose richieste. Le normative sull'aviazione richiedono che ogni passeggero sia seduto e allacciato prima che un aereo possa decollare. Nella sua lettera al ministro dell'aviazione indiano, Pathak ha scritto: "Mio figlio si sentiva a disagio e ha iniziato a piangere, mia moglie è riuscita a consolarlo prendendolo tra le braccia. "Un membro dell'equipaggio maschio si è avvicinato a noi e ha iniziato a gridare, ha sgridato mio figlio per andare al suo posto, mio ??figlio è stato terrorizzato e ha iniziato a piangere."Mia moglie mise di nuovo il ragazzo sul sedile designato e allacciò la cintura di sicurezza anche se continuava a piangere, poi l'aereo riprese a rullare sulla pista. "Lo stesso membro dell'equipaggio è venuto di nuovo e ha urlato a mio figlio:" stai zitto, altrimenti verrai buttato fuori dalla finestra", eravamo pietrificati". Il papà ha dichiarato all'Asian News International, un'agenzia di stampa multimediale, e che è pronto ad andare in tribunale e a citare la British Airways per diffamazione e danni morali, sostenendo che la famiglia è stata molestata, e ha invitato il governo indiano a indagare e prendere la "più rigorosa azione" contro la compagnia aerea. Un portavoce della British Airways ha dichiarato: "È un requisito di sicurezza per tutte le compagnie aeree che i passeggeri siano seduti e abbiano le cinture di sicurezza allacciate per il decollo."Stiamo esaminando la denuncia e collaboreremo con i nostri clienti." Insomma, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se da parte dei genitori ci si aspetta che facciano di tutto per non far urlare e piangere il bambino tutto il tempo del volo, ciò per il bene del bambino stesso e dei passeggeri, allo stesso modo ci si aspetta dai passeggeri e dal personale di volo un po’ di pazienza in più nei confronti di un bambino che piange. Ma ciò che dovrebbe essere semplice buon senso non sempre è così scontato. Ma dall’altra parte i bambini non possono essere l’alibi affinché tutto sia sempre lecito ed accettabile.
Lecce, 9 agosto 2018