CUP Gallarate:"Se qualcuno ci prende a sberble sono c.zzi nostri"

Un giro al Cup di Gallarate, per renderci conto dal vivo cosa che facciamo spesso, delle condizioni dei servizi pubblici e la realtà è drammatica.

Il personale è poco rispetto alla fila chilometrica di utenti: 108 in attesa solo questa mattina.

Sala strapiena con persone persino all’ingresso, senza aria condizionata e senz’acqua ( il contenitore del distributore vuoto). Nell’attesa di riposte che auspichiamo non sia le solite burocratiche e di facciata, rendiamo note le lamentele anche del personale interno.

Stare in mezzo a decine di persone in attesa che magari devono rientrare al lavoro e hanno lasciato l’auto al parcheggio a pagamento, non è bello né per gli utenti né per il personale allo sportello.

Quali sono i disagi degli addetti ai lavori?

Riportiamo alcune frasi colorite che danno idea di quanto sia difficile lavorare nello stress e nel rumore continuo.

La struttura non è attrezzata per decine di persone e chi è allo sportello deve ascoltare e capire quello che il “paziente” (sia da una parte che dall’altra a questo punto) ha grosse difficoltà:” La gente deve essere educata, si chiede di abbassare la voce perché non si riesce a sentire vista la quantità delle persone.”

Stamattina erano aperti 8 sportelli su 13, ma al pomeriggio restano 6 persone, perché termina il turno di due delle 8 già citate.

Carenza di personale? “Il personale di Gallarate dovrà coprire Busto e Angera, nonostante le carenze di organici.”

Strano che ci siano poche presenze e da queste si attinge pure per altri ospedali no?

La politica spinge per andare incontro al territorio però così non va bene.

Quei pochi hanno difficoltà a muoversi per andare in bagno o bere un po' d’acqua viste le temperature:” Un sorso d’acqua non si può bere perché le persone hanno da dire.”, riporta un’addetta in forma anonima, visto che parlare esplicitamente con nome e cognome può portare serie conseguenze (altra ingiustizia altro che paese democratico).

Altri aspetti segnalati? La via di fuga che sembrerebbe inesistente da quanto ci viene  riferito, dopo l’orario di chiusura.