Copyright, Raffaele Lorusso (Fnsi) approva la normativa europea

Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso
Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana – La normativa europea riafferma i diritti delle imprese editoriali e del lavoro giornalistico, riconoscendo il principio che chi sfrutta il lavoro intellettuale, ricavandone profitti con la raccolta pubblicitaria e il trattamento dei dati degli utenti della rete, deve pagare delle royalties a chi ha prodotto i contenuti. Viene così sancito il valore del lavoro giornalistico e dell’informazione professionale, essenziali per la tenuta della democrazia. L’informazione di qualità, agli antipodi delle fake news e della spazzatura che circola nella rete, è essenziale per la qualità della democrazia perché serve a creare un’opinione pubblica matura e consapevole”
Internet può essere un'occasione per diffondere meglio e al grande pubblico utilizzando i social, le notizie gli approfondimenti che servono per meglio comprendere quanto ci accade intorno, ma il lavoro va pagato.
E' questo il senso delle prese di posizione del mondo dei media:  “Da anni Stampa Romana sta ragionando sulle corrette forme di remunerazione del lavoro giornalistico dal web e di circolazione dei dati e di apertura degli algoritmi con la consapevolezza che lì si gioca il nostro presente e il nostro futuro. Tuttavia non ci sfuggono almeno due rischi – dice la sigla – Resta da vedere in che misura la versione definitiva della direttiva saprà fugare le preoccupazioni relative all’attribuzione di nuovi poteri di controllo, se non di vera e propria censura, manifestate da più parti. Il mondo degli editori italiani non deve pensare che si torni in un illusorio 1990. Il mondo digitale non è più reversibile. Il valore dell’informazione sul web si costruisce con risorse apposite, con investimenti mirati, con creatività sulle nuove figure professionali, con paghe adeguate per i collaboratori. Se gli editori pensano che con i soldi di Google e Facebook finisca la crisi siamo fuori strada. E siamo fuori strada anche se si pensa che il mondo degli aggregatori dei dati e dei social batta in ritirata. Quello è già il nostro mondo, non è alternativo al nostro mondo. E’ già il nostro vocabolario. Si tratta di usarlo nel modo più opportuno, ricavandone valore da distribuire a tutti i colleghi”.
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