Amazon è un operatore postale per AGCOM

Amazon è un operatore postale per e se venisse inserita nell’elenco degli operatori postali dovrebbe adottare i contratti collettivi di lavoro della categoria L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha equiparato Amazon ad un operatore postale perché il suo è anche un servizio di consegne e per questo dovrà applicare i contratti di categoria. Il colosso dei negozi on line che offre una quantità enorme di prodotti nella sua vetrina in rete per l’AGICOM da alcuni mesi op...

Amazon è un operatore postale per e se venisse inserita nell’elenco degli operatori postali dovrebbe adottare i contratti collettivi di lavoro della categoria

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha equiparato Amazon ad un operatore postale perché il suo è anche un servizio di consegne e per questo dovrà applicare i contratti di categoria. Il colosso dei negozi on line che offre una quantità enorme di prodotti nella sua vetrina in rete per l’AGICOM da alcuni mesi opera anche come un operatore postale con un servizio di consegne dei prodotti simile ad un corriere espresso come DHL o UPS. L’AGCOM ha inviato ad AMAZON una diffida affinché la multinazionale effettui richiesta al Ministero dello Sviluppo economico per poter operare come operatore postale in Italia. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un semplice adempimento burocratico per una azienda che ha fatturato 43,74 miliardi soltanto nell’ultimo trimestre, nasconde in realtà una trappola neanche tanto nascosta. Se Amazon venisse inserita nell’elenco degli operatori postali dovrebbe adottare in Italia i contratti collettivi di lavoro della categoria. Ad influenzare la richiesta di AGICOM potrebbe essere stato lo sciopero del Black Friday lo scorso 24 novembre, quando alcuni lavoratori appoggiati dai sindacati avevano contestato al colosso dell’e-commerce turni di lavoro sempre più lunghi senza contropartite. La libertà di movimento della multinazionale dovrebbe quindi ridursi con l’obbligo di applicare nuove regole ai propri dipendenti ed in particolare il decreto legislativo 58 del 2011 e la delibera del Garante 129 del 2015 che regolano l’uso di corrieri terzi per la consegna dei pacchi. Roma 06 dicembre 2017 La Redazione