La truffa del resort in Belize: le parti civili sono pronte per la battaglia
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- 21 febbraio 2018
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- Views 72 Busto Arsizio
La truffa del resort in Belize che aveva fruttato oltre 20 milioni di euro ai fantasiosi immobiliaristi, le parti civili adesso sono pronte per la battaglia. Questa mattina al processo con rito abbreviato nei confronti di Domenico Giannini, Fabio La Rosa e altri collaboratori finiti nell’indagine della e della Procura di Busto Arsizio per una truffa da 20 milioni di euro, sono rappresentate 150 parti civili. Gli imputati sono accusati di una truffa da circa 20 milioni di...
La truffa del resort in Belize che aveva fruttato oltre 20 milioni di euro ai fantasiosi immobiliaristi, le parti civili adesso sono pronte per la battaglia.
Questa mattina al processo con rito abbreviato nei confronti di Domenico Giannini, Fabio La Rosa e altri collaboratori finiti nell’indagine della e della Procura di Busto Arsizio per una truffa da 20 milioni di euro, sono rappresentate 150 parti civili. Gli imputati sono accusati di una truffa da circa 20 milioni di euro nei confronti di circa 200 clienti che si erano lasciati convincere a investire cifre rilevanti nel progetto di un resort che avrebbe dovuto essere edificato nell’ atollo Blue Hole al largo delle coste del Belize. Domenico Giannini e gli altri imputati sono accusati a vario titolo di truffa aggravata, appropriazione indebita, abusiva attività finanziaria e bancaria, sollecitazione e raccolta abusiva del risparmio, ostacolo alle funzioni di vigilanza, riciclaggio, auto riciclaggio, circonvenzione di incapaci, falso in atti e sostituzione di persona. In precedenza c’era stata una proposta di patteggiamento, respinta perché non conteneva proposte per i truffati. La maggior parte delle vittime proviene da Marche, Abruzzo e Liguria poiché i promotori del truffaldino progetto edilizio operavano negli uffici di Fideuram di Pescara ed è per questo che Fideuram e Credem entrano in questo processo sia come parti civili che come responsabili civili. Inizialmente il progetto avrebbe dovuto essere realizzato nell’isola di Santo Domingo, ma in seguito per rendere il sogno più ambizioso e desiderabile i fantasiosi immobiliaristi avevano cambiato la locazione spostandosi nel magico atollo. Il sogno era quello di possedere un pezzetto di paradiso in un resort a 8 stelle, ma proprio perché considerato tale era anche situato in un’area protetta non edificabile. A rendere credibile l’offerta erano stati utilizzati, a loro insaputa, due famose star come John Travolta e Andrea Bocelli con i quali i fantasiosi immobiliaristi si erano fatti immortalare più volte e che poi hanno dato il loro contributo alle indagini. Nel corso dell’indagine erano stati sequestrati beni per oltre 18 milioni di euro. La tecnica usata era semplice: una volta individuata la vittima e accertata la sua capacità finanziaria e la volontà di diversificare il portafoglio, veniva ricevuta nell’ufficio di Lugano di una società facente capo al Giannini, la Dgh Sagl dove il progetto veniva illustrato con un plastico e filmati. Nel corso delle indagini era anche venuto alla luce che le disponibilità finanziarie dei clienti, in alcuni casi, provenivano da facoltosi imprenditori, i quali avevano necessità di reinvestire denaro frutto di evasione fiscale delle proprie aziende. Varese 21 febbraio 2018 La Redazione