Massoni siciliani."Criminalizzati da una legge"
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- 21 ottobre 2018
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i massoni del Grande Oriente scrivono una lettera all'Ars.
Una lunga articolata e densa di
principi costituzionali, la lettera spedita contro il pregiudizio della legge
Fava di cui abbiamo parlato più volte, nonostante l’apertura delle sedi al
pubblico per pubbliche manifestazioni culturali.
“Non
capiamo perché noi - e soltanto noi - dobbiamo essere obbligati a rendere
pubbliche dichiarazioni di appartenenza o perché possa esserci precluso - come
anni addietro si tentò di fare - questo o quell’incarico”, una situazione che
crea discriminazione tra eletto e eletto, secondo logiche non certo democratiche,
ma secondo stereotipi: l’ebreo fa usura, l’arabo è terrorista, il siciliano è
mafioso, il massone intrallazza.”
Gli intrallazzi e le
vie corte” fanno parte sicuramente della politica più che del mondo dell’associazionismo:
perché il male agire, onorevoli deputate e onorevoli deputati, non è nelle
cose: è nell’uomo. Chi intende profittare di un legame o di una conoscenza in
modo illecito, tenterà di sfruttare allo stesso modo l’amico del circolo
bocciofilo come il Libero muratore, il collega di partito come il sodale del
club.
Un esempio per tutti, si parla di 500 parlamentari ( fonte Repubblica in un
articolo del 2017, https://www.repubblica.it/politica/2017/06/20/news/cambi_di_casacca_le_giravolte_dei_parlamentari_a_quota_500_mai_cosi_tante-168605779/),
il che non vuol dire che tutti i parlamentari siano corrotti e non rispettino
il mandato popolare, come non si può che tutti i massoni facciano cose
illecite, illegali o perlomeno censurabili se non dopo le condanne dei
tribunali ( che non ci sono).
Nel momento in cui
dovessero esserci condanne per la maggioranza dei massoni si potrebbe, forse,
prendere posizioni nette, viceversa il contrasto alla libera muratoria per un pregiudizio
di tipo esclusivamente politico e d’immagine che denota la mancanza di
argomenti sui problemi reali della Sicilia ( infrastrutture, sanità,
disoccupazione ) denota solo la volontà di fare fake news e propaganda di parte,
andando a ledere principi costituzionali senza giungere a nulla se non
pubblicità per i proponenti tali atti discriminatori.
Segue la lettera
inviata.
"Onorevoli
deputate, onorevoli Deputati,
l’approvazione da parte dell’Assemblea del disegno di Legge sull’obbligo
dichiarativo dei parlamentari dell’Ars in tema di affiliazione a logge
massoniche o similari, oltretutto esteso a ulteriori ambiti e organi
amministrativi e deliberativi locali, è la formale conferma di un giudizio
negativo e criminalizzante verso la nostra Istituzione nella sua interezza.
Coloro che vi scrivono sono i Liberi muratori siciliani del Grande Oriente
d’Italia, la massima istituzione massonica italiana, fondata nel 1805 e con
circa 23 mila iscritti. Essa opera alla luce del sole, nel pieno rispetto delle
leggi vigenti; chiede agli ammittendi di presentare certificati giudiziali
immacolati; svolge attività filantropiche verso l’esterno e agisce al suo
interno nelle finalità e con le metodologie previste dai propri atti
costitutivi reperibili e consultabili da chiunque sul web; finalità e metodi
che promuovono la crescita interiore dell’individuo, impongono il giuramento di
fedeltà alla Costituzione e alle leggi della Repubblica italiana; educano al
rispetto dell’altro, alla tolleranza, all’inclusione, indipendentemente dalle
opinioni politiche e dalle fedi religiose. Nel medesimo sito sono elencate
tutte le logge italiane, ovvero le singole unità che operano nei diversi comuni.
Il Grande Oriente d’Italia tutto, e quello siciliano in particolare, lo scorso
primo marzo ha aperto le principali sedi al pubblico. E, sopra ogni cosa, siamo
persone pulite, sane, oneste, civili, con profonde radici etiche e una
consolidata abitudine al ragionamento, all’ascolto, alla discussione serena e
partecipe degli argomenti dell’altro. Chiunque può, anche attraverso il nostro
sito Internet, presentare domanda di ammissione: nelle nostre fila abbiamo
giovani e vecchi, professionisti e disoccupati, impiegati e operai, abbienti e
meno abbienti.
Non capiamo perché noi - e soltanto noi - dobbiamo essere obbligati a rendere
pubbliche dichiarazioni di appartenenza o perché possa esserci precluso - come
anni addietro si tentò di fare - questo o quell’incarico, questo o quel lavoro
nella presunzione che la nostra appartenenza provochi indebite interferenze con
essi. Presunzione: un’aberrazione della ragione che, nella Storia, ha provocato
infinite tragedie, infiniti pogrom, infinite vergogne; dalle persecuzioni
razziali ai tribunali per la difesa dello Stato, dalle leggi dell’Italia
fascista del 1925 alle guerre di pulizia etnica, dai fondamentalismi
terroristici alla distruzione dei monumenti antichi in nome di una presunta
superiorità culturale o religiosa, dalla prigione della Stasi a Berlino alla
Scuola Superiore della Marina a Buenos Aires. Si presume l’altro colpevole non
in base ai fatti, non a seguito di un giusto processo, ma in base a uno
stereotipo: l’ebreo fa usura, l’arabo è terrorista, il siciliano è mafioso, il
massone intrallazza. Chi si affida a questo stereotipo nel giudicare gli altri
lo fa sempre perché si ritiene superiore ad essi, depositario di una verità.
Che questa potesse essere la logica di ragionamento di alcuni individui sui
social network, è triste, ma può starci, purtroppo; che questo sia diventato
l’atto legislativo del più antico parlamento deliberativo del mondo, lascia
basiti. Non ci si dica che è operazione di trasparenza: perché la trasparenza,
per sua stessa definizione, non è mirata, non può essere applicata solo in un
singolo verso, a una singola categoria. Vera trasparenza è assenza di confini,
di discriminazioni, di ghetti; è dichiarare qualunque appartenenza, alla Libera
muratoria come al club-service, all’organizzazione religiosa come a quella
giovanile, all’associazione sportiva come a quella culturale, a questa o quella
società di capitali, senza discriminazione. Ma sarebbe cosa altrettanto inutile
e anche ingiusta imporla per legge, perché il male agire, onorevoli deputate e
onorevoli deputati, non è nelle cose: è nell’uomo. Chi intende profittare di un
legame o di una conoscenza in modo illecito, tenterà di sfruttare allo stesso
modo l’amico del circolo bocciofilo come il Libero muratore, il collega di
partito come il sodale del club.
Massoneria, visita guidata in un loggia
L’atto discriminatorio si sostanzia non quando si chiede di palesare
un’appartenenza bensì quando questa richiesta viene rivolta solo a una
categoria particolare di persone tra le tante possibili. Oggi chiedete voi
questa dichiarazione discriminatoria ai Liberi muratori: domani qualcun altro,
giocando su eventuali maggioranze, potrebbe chiedere lo stesso a chi aderisce a
un’idea, una religione, una comunità, un movimento, un sindacato ritenuti incompatibili
con l’azione di quella maggioranza: il precedente è già in essere, l’avete
appena creato. Prima che in nostra stessa difesa, noi vi diciamo questo in
difesa del principio per cui ogni uomo è libero di professare idee e credenze,
di aderire ad associazioni, di esprimersi, scrivere, pensare. Se quest’uomo è
un deputato, gli elettori lo giudicheranno per ciò che fa, per come agisce, per
la sua coerenza e per la sua onestà.
La Libera muratoria è stata sempre storicamente avversata dai regimi totalitari,
illiberali, violenti. Stalin, Hitler, Mussolini, Franco, hanno tutti cercato di
eliminarci perché il nostro percorso forgia gli uomini liberi, difende il
libero pensiero, insegna tolleranza e uguaglianza ed è incompatibile con
qualunque regime totalitario. Per questo la legge da voi approvata è
pericolosa: anche il fascismo fece lo stesso e solo Antonio Gramsci intervenne
in parlamento per opporvisi; non perché massone, ma perché capiva che questo
sarebbe stato il primo gradino che avrebbe condotto verso l’abisso della
dittatura. Liberata l’Italia da quel giogo, il Libero muratore Meuccio Ruini
(già collaboratore di Giovanni Amendola, un massone antifascista percosso a
morte dalle squadracce) fu presidente della Commissione dei Settantacinque,
incaricata di redigere la nostra Carta costituzionale. Potremmo andare avanti
citando Enrico Fermi, Enzo Maiorca, Antonio de Curtis, Salvador Allende… ma
questa pagina, tutto questo giornale non basterebbero.
Difenderemo questo principio di uguaglianza e di libertà in ogni sede, ad ogni
livello; già in passato la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ci ha dato
ragione due volte, nel caso Marche e in quello Friuli, quando si ponevano solo
verso la Libera muratoria richieste di dichiarazione di appartenenza o non appartenenza
in caso di nomine a cariche pubbliche. Percorreremo le stesse strade, se
necessario, auspicando che la vostra opera, in futuro, sia davvero indirizzata
avverso coloro che stritolano questa nostra Sicilia nella morsa del malaffare,
della corruzione, della malversazione, della violenza e della mafia. In questa
lotta i Liberi muratori del Grande Oriente d’Italia, tutti i Siciliani, tutti
gli italiani saranno con voi".