Sottratto mezzo milione di euro facendo la cresta sui pieni di carburante

Sottratto mezzo milione di euro da un benzinaio che aveva manomesso il software facendo la cresta sui pieni di carburante degli ignari clienti È stato condannato il samaratese di 39 anni accusato di avere sottratto 500 mila euro dagli incassi del distributore dove lavorava nel triennio tra il 2008 e il 2010. L’uomo mentre lavorava presso l’impianto Agip Malpensa Est di Cardano al Campo e si era inventato il modo di intascarsi il denaro che veniva pagato, in contanti, dagli au...

Sottratto mezzo milione di euro da un benzinaio che aveva manomesso il software facendo la cresta sui pieni di carburante degli ignari clienti

È stato condannato il samaratese di 39 anni accusato di avere sottratto 500 mila euro dagli incassi del distributore dove lavorava nel triennio tra il 2008 e il 2010. L’uomo mentre lavorava presso l’impianto Agip Malpensa Est di Cardano al Campo e si era inventato il modo di intascarsi il denaro che veniva pagato, in contanti, dagli automobilisti che si fermavano a rifornirsi di carburante nell’impianto di proprietà della società samaratese Garbini Petroli spa. Il benzinaio aveva manomesso il software utilizzato per la registrazione delle vendite di carburante e, quando sono cominciati i dubbi, nati dalle cifre dei presunti ammanchi diventati troppo rilevanti, e sono stati fatti i confronti tra gli incassi dichiarati dai benzinai e le transazioni effettivamente effettuate, la proprietà si era resa conto dei numerosissimi salti numerici sulla progressione delle transazioni. Non era stato difficile calcolare la differenza tra il carburante venduto e le somme versate dai benzinai che era stata determinata in oltre 500 mila euro. Nel processo di primo grado erano imputati tre dipendenti, ma due sono stati prosciolti per non avere commesso il fatto. Il terzo, imputato per appropriazione indebita e per il reato di accesso abusivo a sistema informatico, era il 39 enne samaratese che è stato condannato, in primo grado, a due anni e dieci mesi di reclusione, nonché al risarcimento integrale del maltolto ai proprietari dell’impianto, parte offesa nel processo. Al termine del processo davanti ai giudici della quarta Corte d’Appello di Milano il 18 ottobre, grazie alla intervenuta prescrizione dei reati fino dall’aprile del 2010 la pena è stata ridotta a un anno e otto mesi con la condizionale. Lo scaltro benzinaio non aveva fatto nulle per mascherare le sue disponibilità finanziarie, acquistando in poco tempo una villetta, un autolavaggio e due auto di grossa cilindrata. Tali acquisti erano evidentemente incompatibili con il suo stipendio di 1.600 euro al mese, ma l’uomo è stato difeso strenuamente fino all’ultimo dalla moglie, di origine sudamericana, che ha giustificato la disponibilità di denaro in famiglia sostenendo che fossero i proventi della precedente attività di escort d’alto bordo che lei avrebbe esercitato prima che i due si mettessero insieme. Samarate 19 ottobre 2017 La Redazione