IL COISP: RADIARE LA SOCIETA’ DELL’AGLIANESE
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- 30 ottobre 2016 Area Malpensa Sindacato
GLI ULTRAS DELL’AGLIANESE NON ENTRANO IN UNO STADIO INTITOLATO ALL’ISPETTORE RACITI, IL COISP: RADIARE LA SOCIETA’
“Non si può lasciare passare senza conseguenze la presa di posizione degli ultras dell’Aglianese, che hanno annunciato di non volere assistere a...
GLI ULTRAS DELL’AGLIANESE NON ENTRANO IN UNO STADIO INTITOLATO ALL’ISPETTORE RACITI, IL COISP: RADIARE LA SOCIETA’
“Non si può lasciare passare senza conseguenze la presa di posizione degli ultras dell’Aglianese, che hanno annunciato di non volere assistere al derby del campionato di promozione contro il Quarrata Olimpia per il solo fatto che l’impianto di casa, in provincia di Pistoia, è intitolato a Filippo Raciti, l’Ispettore di Polizia ucciso durante gli scontri nel derby Catania-Palermo del 2007”. E’ quanto afferma
Franco Maccari, Segretario Generale del COISP - il Sindacato Indipendente di Polizia, che prosegue: “Una presa di posizione assurda ed aberrante, che non è assolutamente compatibile con i valori che lo sport, in particolare quello dilettantistico, dovrebbe promuovere, a partire dal rispetto delle regole e dal rispetto dell’avversario. Una società di calcio dilettantistica che ha tra i suoi sostenitori gente che dichiara di disprezzare chi ha dato la vita per difendere la legalità e la sicurezza di altri tifosi non ha ragione di esistere: deve essere radiata dal campionato. Potrebbe essere questa una lezione esemplare per chi pensa di poter sputare sul sacrificio di chi, come Filippo Raciti, ha vestito con onore la Divisa fino all’estremo sacrificio, e dovrebbe piuttosto rappresentare un esempio ed un insegnamento per i giovani, non un modello negativo. Lasciare passare sottotraccia ed impunito un messaggio vergognoso come quello degli ultras dell’Aglianese è non solo offensivo verso la famiglia di Filippo Raciti e verso l’intera Polizia di Stato, che il suo nome ricordano con orgoglio, ma è un segnale devastante nei confronti dei giovani, che nella Polizia e nelle Forze dell’Ordine in generale devono avere un punto di riferimento, non un nemico da combattere. Per questo chiediamo che non siano soltanto gli organismi inquirenti a fare chiarezza su questa squallida vicenda, ma che anche le istituzioni sportive si assumano le proprie responsabilità, sanzionando in maniera dura ed inequivocabile la società di calcio che, a causa dei suoi sostenitori, si fa portatrice di messaggi di violenza e intolleranza”.