Sequestro di beni per un valore di 725.000 euro nei confronti di soggetti di etnia rom
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- 19 settembre 2017 Area Malpensa
Sequestro di beni per un valore di 725.000 euro nei confronti di soggetti di etnia rom.Dalle prime ore dell’alba, decine di finanzieri del Gruppo di Busto Arsizio stanno dando esecuzione a 15 ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere e 11 ai domiciliari), nonché al sequestro di beni per un valore di 725.000 euro nei confronti di soggetti di etnia rom, per i reati di associazione a delinquere “transnazionale finalizzata al furto aggravato”. Nell’ambito della strat...
Sequestro di beni per un valore di 725.000 euro nei confronti di soggetti di etnia rom.Dalle prime ore dell’alba, decine di finanzieri del Gruppo di Busto Arsizio stanno dando esecuzione a 15 ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere e 11 ai domiciliari), nonché al sequestro di beni per un valore di 725.000 euro nei confronti di soggetti di etnia rom, per i reati di associazione a delinquere “transnazionale finalizzata al furto aggravato”. Nell’ambito della strategia operativa volta al contrasto alla criminalità organizzata e comune, a tutela della sicurezza pubblica, i militari appartenenti al Gruppo di Busto Arsizio, a seguito di una complessa attività di polizia giudiziaria, intrapresa nel 2015, hanno individuato alcuni soggetti di etnia rom, territorializzati nei comuni di Busto Arsizio, Castellanza e Lonate Pozzolo, che evidenziavano gravi indizi di reato contro il patrimonio. Infatti, a seguito di mirati accertamenti operati con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo, si riscontrava una notevole sproporzione tra il tenore di vita sostenuto e le dichiarazioni dei redditi presentate, spesso pari a zero. Inoltre, a seguito di mirato controllo del territorio, si riscontrava una notevole capacità contributiva in capo a tali soggetti, che ostentavano lussuose autovetture di grossa cilindrata, utilizzavano banconote di grosso taglio e soprattutto soggiornavano in ville prestigiose. Dal monitoraggio di tali soggetti, tutti gravati da numerosi specifici precedenti di Polizia, nonché dai primi accertamenti esperiti dai finanzieri, emergeva un quadro fortemente indiziario in ordine a reati contro il patrimonio per il quale veniva attivata la locale Procura della Repubblica di Busto Arsizio. Il Pubblico Ministero delegava una serie di indagini tecniche e mirati accertamenti alle
Fiamme Gialle bustocche. Al termine delle investigazioni veniva individuata un’associazione a delinquere “transnazionale” finalizzata al furto aggravato. In particolare, il sodalizio criminoso era dedito alla consumazione di reati contro il patrimonio collegati ad operazioni fraudolente di cambio valuta, realizzati in più Stati attraverso la consegna, agli ignari clienti/vittime – di nazionalità straniera – di banconote contraffatte a fronte della sottrazione fraudolenta del danaro. I reati ascritti, infatti, sono collegati sostanzialmente ad un’attività di “cambio valuta fraudolenta”, ossia un sistema informale di trasferimento di valori cd. “Hawala” in arabo trasferimento, basato su una rete di mediatori, tramite i quali i capitali vengono esportati, da uno Stato all’altro, garantendo in tal modo l’anonimato delle parti, e sottraendo la transazione finanziaria effettuata a qualsiasi tracciabilità. Tale circuito prevedeva, in concreto la partecipazione di 4 soggetti: l’ordinante, ovvero colui il quale intende trasferire i capitali da uno stato all’altro, il beneficiario cioè il destinatario finale degli stessi, due intermediari, cioè gli hawaladar che ricevono una commissione per ogni transazione conclusa. In tal modo i sodali - offrendo alle vittime, solitamente straniere, ed interessate ad operazioni attive di trasferimento internazionale di fondi, euro in cambio di moneta estera, ad un tasso di conversione favorevole - sottraevano alle stesse, con modalità decettive, cospicue somme di denaro. Durante alcuni servizi di osservazione svolti dai finanzieri, gli indagati sono stati notati indossare lussuosi vestiti, travestendosi finanche da sceicchi, utilizzando spesso immobili lussuosi, presi in affittoper evidenziarne la sontuosità. Significativa, per l’inquadramento della fattispecie delittuosa del furto, la modalità attraverso la quale - successivamente al cambio valuta, effettuato prevalentemente con banconote false - salutavano il cliente e dopo pochi metri si davano alla fuga confidando nel fatto che quest’ultimo si sarebbe accorto della sottrazione quando ormai il denaro era al sicuro. Pertanto, come sopra evidenziato, alla luce del quadro investigativo emerso, a conclusione di circa un anno di indagini, il Pubblico Ministero richiedeva al Giudice per le Indagini Preliminari l’emissione di 15 custodie cautelari di cui 4 in carcere ed 11 ai domiciliari che venivano disposte ed eseguite in data odierna. Complessivamente 26 risultano le persone indagate. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha altresì disposto il sequestro preventivo di beni ,nella disponibilità del sodalizio criminale per complessivi 725.000 euro. redazione Varese Press