Prego signor extracomunitario, se non chiedo troppo, potrebbe smettere di darmi pugni sul capo?
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- 21 dicembre 2017 Area Malpensa
- Prego signor extracomunitario, se non chiedo troppo, potrebbe smettere di darmi pugni sul capo? - E LE CATTIVE MANIERE
Forse avrebbe dovuto dire così il capotreno di Trenord gettato per terra e percosso da un senegalese sul treno, nonché rapinato del cellulare aziendale, lo scorso settembre, lungo la tratta Cremona – Brescia. Forse avrebbe dovuto dire così per evitare il licenziamento in tronco che l’Azienda gli ha d rece...
- Prego signor extracomunitario, se non chiedo troppo, potrebbe smettere di darmi pugni sul capo? -
E LE CATTIVE MANIERE
Forse avrebbe dovuto dire così il capotreno di Trenord gettato per terra e percosso da un senegalese sul treno, nonché rapinato del cellulare aziendale, lo scorso settembre, lungo la tratta Cremona – Brescia. Forse avrebbe dovuto dire così per evitare il licenziamento in tronco che l’Azienda gli ha d recente comunicato, imputandogli l’uso di espressioni razziste e comportamenti “non consoni”.
Invece il controllore non ha saputo mantenere, nella circostanza, quel self control che giustamente da lui ci si attendeva.
E pensare che avrebbe potuto spostare l’animata discussione su un piano storico-culturale, ad esempio come segue: - Ti chiedo scusa, fratello nero, per il male che noi europei abbiamo fatto al tuo popolo, per la schiavitù, i campi di cotone e tutto il resto. Ma ti prego di una cosa soltanto: invece di insistere tanto sull’occipite, picchiami un poco qui sull’osso temporale, così, tanto per avere un po’ di sollievo - .
Invece no. Il protervo capotreno ignaro di Storia (ma si sa che razzismo e ignoranza vanno sempre di conserva) e che già aveva platealmente provocato il giovane africano pretendendo di fargli pagare il biglietto, non ha fatto nulla di tutto questo.
E neppure ha avuto l’intelligenza di buttare la cosa sul ridere: - Smettila di picchiarmi, dai. Ti prometto che quando giocherò a Re Boia coi miei colleghi invece di dire “schiavo negro” dirò “schiavo bianco”. –
Insomma, c’è da chiedersi con quali criteri Trenord assuma il suo personale. Proporrei per quest’ultimo, se mi è concesso, un corso di no-hate-speech combinato con uno di “sottomissione” non certo nel senso del “submission wrestling”, ma dell’atteggiamento che noi occidentali, titolari di una civiltà ormai al tramonto, dobbiamo tenere con chiunque approdi ai nostri lidi da terre lontane. ALFONSO INDELICATO VARESE PRESS