La vera destra al di là dei luoghi comuni
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- 09 agosto 2016 Area Malpensa Politica
Nell’ampio dibattito che si è aperto all’interno del PD, con particolare riferimento alla prossima scadenza referendaria, è intervenuto ieri il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, il quale ha dichiarato: «La storia del centrosinistra italiano ha sempre visto dibattiti molto accesi. La nostra parte politica ha retto e vinto quando, dopo la battaglia interna, si è ritrovata unita. Io lavoro a questo e non mi rassegno. Sia chiaro: col Pd diviso non ci sono alternative, vincono le destre e il popu...
Nell’ampio dibattito che si è aperto all’interno del PD, con particolare riferimento alla prossima scadenza referendaria, è intervenuto ieri il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, il quale ha dichiarato: «La storia del centrosinistra italiano ha sempre visto dibattiti molto accesi. La nostra parte politica ha retto e vinto quando, dopo la battaglia interna, si è ritrovata unita. Io lavoro a questo e non mi rassegno. Sia chiaro: col Pd diviso non ci sono alternative, vincono le destre e il populismo». Luigi Zanda non ha radici che affondano nella storia del PCI e dei suoi eredi PDS,DS, essendo piuttosto espressione di una tradizione legata alla cultura politica del compianto Francesco Cossiga, di cui fu collaboratore speciale, con collegamenti personali e funzionali all’editore Caracciolo del gruppo Repubblica-Espresso, sinistro scalfariano di complemento. Conosciamo la sua cultura e onestà culturale per cui ci permettiamo di chiedergli chi rappresenti oggi realmente in Italia, al di là dei luoghi comuni, la vera destra, nel senso della rappresentazione in sede politica degli interessi prevalenti dei poteri dominanti contro quelli della “povera gente”. La destra oggi in Italia, al di là di alcune frange estremiste e ininfluenti, non è certo rappresentata da ciò che è rimasto della vasta e sgarruppata area moderata in cerca di una difficile ricomposizione sul piano politico. Leggendo ciò che ha pubblicato alcune settimane fa il Guardian in merito ai desiderata dei poteri finanziari internazionali di smantellare le costituzioni rigide post belliche europee, tra cui quella italiana, tacciate di eccessiva ispirazione socialista, JP Morgan, esplicitamente chiamato in causa, risulta uno dei suggeritori diretti della pasticciata riforma-deforma del trio toscano Renzi-Boschi- Verdini. Non a caso qualcuno ha scritto della riforma costituzionale: si scrive Renzi si legge JP Morgan. D’altra parte è evidente che l’area politica che da molto, troppo tempo, è l’interprete coerente degli interessi di quei poteri, risulta essere proprio quella cosiddetta di centro-sinistra, che ha visto susseguirsi in rapida successione a capi del governo: Prodi, Monti, Letta , direttamente collegati agli ambienti della Goldman Sachs, del Gruppo Bilderberg e compagnie di giro finanziarie varie, sino all’ultimo virgulto coltivato e fatto giungere per vie improprie al potere che è il “ giovin signore di Firenze”, grazie alle decisioni del manovratore capo Napolitano, ancora in servizio permanente effettivo. Ecco perché il giudizio di Zanda andrebbe corretto: se al referendum vincesse il SI con un PD unito, allora sì che vincerebbero le destre e i poteri finanziari dominanti, come lucidamente ha scritto alcuni giorni fa, il V.Presidente emerito della Corte Costituzionale, Prof Paolo Maddalena. Egli senza giri di parole afferma: “i Governi degli ultimi decenni hanno dimostrato di essere asserviti (come del resto la cosiddetta “troica”) ai voleri della finanza, la quale impone l’approvazione di leggi in proprio favore e contro gli interessi del Popolo (sanità, ambiente, ecc.). Lo si è già visto, da ultimo, con le leggi “Sblocca Italia”, “Jobs Act”, “Riforma della pubblica amministrazione”, le quali subordinano l’interesse dell’impresa (e cioè delle multinazionali) alla tutela del diritto al lavoro, alla tutela della salute e alla tutela dell’ambiente. Si rende, in altri termini, legittima la subordinazione dei cittadini alla volontà del governo e la subordinazione di quest’ultimo alla volontà della “finanza” (multinazionali e banche). Tale riforma costituzionale, inoltre, che riguarda 47 articoli della Costituzione, realizza una nuova Costituzione, trasformando indebitamente il potere di revisione in un potere costituente, cosa che è vietata dal citato art. 138.” Con la trasformazione sino al suo annullamento, dalla Leopolda in poi, della cultura politica della sinistra presente nel PD ad opera del giglio magico renziano, , la riduzione di quel partito a un Golem senza forma e privo di identità, reso ancor più, irriconoscibile dopo l’apporto dei mercenari della transumanza trasformistica parlamentare di marca verdiniana e accoliti, è evidente che si tenterà in tutti i modi di falsare le carte in tavola e, come sostiene il Prof Maddalena, “subito dopo l’estate aumenterà il flusso di informazioni e controinformazioni sul tema del referendum costituzionale”. Stavolta però gli autentici democratici italiani non si faranno gabbare e l’augurio è che, anche molti di coloro che sono ancora parte non effimera del PD, ex comunisti e ex popolari, sappiano finalmente riprendere le motivazioni ideali fondamentali della loro attività politica, concorrendo con tutti noi che saremo in campo, alla difesa della sovranità popolare; quella che gli esecutori delle volontà dei poteri finanziari dominanti vorrebbero farci calpestare con un voto suicida. Ettore Bonalberti www.alefpopolaritaliani.it www.insiemeweb.net www.don-chisciotte.net Venezia, 8 Agosto 2016