Energie per l’Italia con Stefano Parisi per riaccendere il Paese

Stefano Parisi sabato ha riunito a Roma il suo Popolo A condurre l’evento all’hotel Ergife a Roma c’erano Federico Figini e Rosamaria Bitetti davanti a circa duemilacinquecento persone provenienti da tutta Italia ed in particolare dalla Sicilia, presente in sala con una folta pattuglia di circa trecento persone molti dei quali provenienti da Gela che detiene il record dei simpatizzanti e dei circoli aperti. C’erano anche tanti attivisti e simpatizzanti provenienti da Italia U...

Stefano Parisi sabato ha riunito a Roma il suo Popolo

A condurre l’evento all’hotel Ergife a Roma c’erano Federico Figini e Rosamaria Bitetti davanti a circa duemilacinquecento persone provenienti da tutta Italia ed in particolare dalla Sicilia, presente in sala con una folta pattuglia di circa trecento persone molti dei quali provenienti da Gela che detiene il record dei simpatizzanti e dei circoli aperti. C’erano anche tanti attivisti e simpatizzanti provenienti da Italia Unica (l’ex partito di Corrado Passera) e anche da Fare per Fermare il Declino (Oscar Giannino) Tra il pubblico sono presenti anche gli ex Ministri Maurizio Sacconi e Claudio Scajola, il Deputato di ALA Ignazio Abrignani, l’ex Sindaco di Milano Gabriele Albertini, il Deputato di Scelta Civica Alberto Bombassei, l’ex Ministro Corrado Clini, l’ex Segretario della CISL Raffaele Bonanni, il presidente dei costruttori romani e vice presidente dell’ANCE, Edoardo Bianchi e il costruttore torinese Alessandro Cherio. [caption id="attachment_40618" align="alignleft" width="300"] Raffaele Cattaneo da Parisi[/caption] In sala c’è anche il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo, c’è Nello Musumeci, c’è il consigliere comunale di Milano Luigi Amicone e il capogruppo di Scelta Civica Giovanni Monchiero ci sono anche tanti romani, ovviamente, data la location tra cui l’ex assessore della Regione Lazio Donato Robilotta. Ha aperto gli interventi il sindaco di Vedelago Cristina Andreatta (Veneto) seguito da quello di Acate (Sicilia) Francesco Raffo che hanno raccontato le proprie esperienze di amministratori sul territorio. Poi è salito sul palco Riccardo Puglisi ex mente economica di Italia Unica il partito di Corrado Passera, che ha provato a raccontare il probabile scenario di una ipotetica fuoriuscita dall’euro con i problemi e le contradizioni che ne deriverebbero. Dopo di lui Emanuele Massagli il giuslavorista presidente di ADAPT (fondata da Marco Biagi) e, a seguire, Caterina Belletti di Burocrazia Attiva che ha parlato di come riformare il settore più incrostato della struttura del paese. La prima parte dell’evento è stata chiusa da Giacomo Mannheimer responsabile del programma del nuovo movimento. [caption id="attachment_40619" align="alignright" width="300"] pubblico all'hotel Ergife[/caption] Nel suo intervento Parisi propone la riunificazione dell’area popolare liberale con l’organizzazione una grande costituente “Costruiamo una nuova comunità politica che non nasca dal Palazzo, la Costituente per l’Italia e l’otto ottobre andiamo a votare per scegliere il leader e io mi candido -ha detto- anche se non devo per forza essere io il leader. Lo decideranno le persone l’otto ottobre. Ma queste non saranno primarie, le primarie le fanno solo a sinistra. Se state al governo non potete partecipare a questo percorso (e questo è un messaggio per Angelino Alfano, ma anche per Pierferdinando Casini, Denis Verdini o Enrico Zanetti) il treno del centro-destra non lepenista non si fermerà a raccogliere passeggeri indecisi una volta partito. Quello che sta nascendo non è la coda del 1994, quel progetto politico sta andando ad esaurimento perché non è stato in grado di rigenerarsi” Parisi non ha attaccato direttamente Silvio Berlusconi, c'è tempo fino ad ottobre per trovare la quadra e per le elezioni ci vorrà ancora un anno. Tra il pubblico Maurizio Sacconi ex ministro con Silvio Berlusconi, che è da poco salito sul treno di Parisi, pensa alle elezioni francesi come un momento fondamentale perché quel voto potrebbe disinnescare Salvini e la Lega potrebbe cambiare leadership. Nel dubbio Parisi non attacca né il giovane leader leghista né la Meloni, pur sottolineando fermamente il no all'uscita dall'euro sui cui risultati aveva ampiamente parlato in precedenza Riccardo Pugliesi. [caption id="attachment_40620" align="alignleft" width="300"] Parisi e Figini[/caption] Il bersaglio principale per Parisi resta Matteo Renzi e le sue gravissime responsabilità del suo governo. “Renzi non è un liberale e il suo governo stava decisamente a sinistra. Invece di utilizzare le poche risorse pubbliche disponibili per creare lavoro ha preferito regalare ottanta euro a chi il lavoro lo aveva già. La sinistra vuole spesa pubblica e redistribuzione e non si occupa di creare la ricchezza, loro vorrebbero tutti un po' più poveri per essere tutti uguali, loro sono per i tweet e le narrazioni per la presa in giro dell'opinione pubblica” Poi parlando benevolmente di Gentiloni lo ha invitato a tagliare il filo rosso che ha collegato alla sua scrivania e che sta portando il Paese al disastro. È stato vergognoso cancellare i voucher per scongiurare il referendum promosso dal sindacato della Camusso. “Quel referendum lo avremmo vinto come fece Craxi nel 1985 sulla scala mobile. Il popolo italiano è molto meglio della Cgil e se Renzi insiste nel votare a novembre per evitare di fare una manovra molto dolorosa e impopolare prima delle elezioni, rischiamo che la manovra da quaranta miliardi la vada a fare Di Maio. Parisi ha rimproverato a Renzi anche l’inseguimento del Movimento 5 Stelle sulla demagogia legata ai compensi. “La democrazia costa altrimenti mettessero un dittatore” I temi economici sono stati al centro dell'evento: lo sviluppo è la parola chiave. Le proposte presentate nel manifesto vanno dalla rimozione delle tasse a partire dall'azzeramento dell'IRAP per cinque anni in tutto il mezzogiorno, alla riduzione della spesa pubblica diminuendola di cinque punti rispetto al PIL, il dimezzamento del IMU, l'abolizione dello Statuto dei Lavoratori per introdurre lo Statuto dei Lavori (come aveva pensato Marco Biagi) e un massiccio piano di privatizzazioni per ridurre il debito pubblico e anche l'adozione di una flat tax per sostituire l'Irpef e quest'ultima affermazione probabilmente farà felice anche Salvini. Roma 02 aprile 2017 Fabrizio Sbardella