Badanti, viados, saloni massaggi, stallieri: che confusione per l’Italia globalizzata


I FINTI PERBENISMI
Badanti, viados, saloni massaggi, stallieri: che confusione per l’Italia globalizzata In Italia esercitano circa centocinquantamila prostitute e provengono da Nigeria, Romania, Albania, Bulgaria, Moldavia, Ucraina e Cina (e non so se in questo numero siano comprese le lavoranti dei centri massaggi cinesi che proliferano in tutto il paese), In Italia vivono e in molti casi esercitano la prostituzione circa cinquantamila t...

I FINTI PERBENISMI Badanti, viados, saloni massaggi, stallieri: che confusione per l’Italia globalizzata In Italia esercitano circa centocinquantamila prostitute e provengono da Nigeria, Romania, Albania, Bulgaria, Moldavia, Ucraina e Cina (e non so se in questo numero siano comprese le lavoranti dei centri massaggi cinesi che proliferano in tutto il paese), In Italia vivono e in molti casi esercitano la prostituzione circa cinquantamila transessuali di cui il 70% sono extracomunitari (Sudamerica e Asia). In Italia ci sono 774 mila badanti di cui 700mila straniere/i e 74mila italiane/i. Quindi mi viene da pensare che fino a che gli stranieri ci forniscono sesso low cost o puliscono il culo ai nostri vecchi tutto va bene, anzi benissimo, La domanda è tanta ed in costante aumento e quindi se anche l’offerta aumenta ben venga. Se poi qualche badante scaltra va oltre il minimo sindacale e offre servizi più gradevoli a chi sicuramente ne ha ancora il desiderio, ma non aveva le occasioni e si fa sposare, gridiamo allo scandalo alla circonvenzione di incapace. Ma chi se ne fotte se qualche nonnino decide di spassarsela con carne fresca, i soldi sono suoi e se li spende come vuole. Gli eredi dovevano pensarci prima e non lasciare il passo ad altri. Ma si sa un conto è ereditare il patrimonio, un conto è pulire il culo. Se in Italia la prostituzione (non regolata e non tassata!!) resta uno dei settori più vivi nel campo dei servizi alle persone ci saranno dei buoni motivi, e se il mondo confuso dei viados è un brand in ascesa molto gradito dal macho indigeno qualcosa vorrà pur dire. Siamo un popolo confuso, che non riesce a trovare un sano equilibrio tra la cultura e la tradizione perbenista cattolica alle nostre spalle e il mondo globalizzato che spalanca le porte davanti a noi. Gridiamo “stranieri a casa loro” e poi usiamo e sfruttiamo a nostro piacimento tutti quelli che ci servono, confondiamo migranti economici con richiedenti asilo, ci scagliamo contro gli zingari e ci dimentichiamo che in gran parte hanno la carta di identità italiana in tasca, chiediamo ad alta voce nuove leggi più dure e non ci passa per l’anticamera del cervello l’idea che basterebbe soltanto applicare le troppe che già esistono. Gridiamo “il lavoro prima agli italiani”, ma poi riempiamo le campagne di stallieri indiani, le fonderie di nordafricani, e i lavori notturni e festivi li facciamo fare a chiunque sia disposto a farli da qualunque parte del mondo provenga. Gallarate 28 dicembre 2016 Fabrizio Sbardella