Quando il lavoro rende schiavi, II parte
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- 30 novembre 2016 Area Malpensa
Lo scorso 23 novembre, i CoBas, hanno denunciato la presenza, presso l’azienda appaltatrice del servizio logistico di Avis-Budget Group S.p.A. di Malpensa, di personale appartenente ad un’ agenzia investigativa, per il controllo dei lavoratori. Da quel momento A.J.,(Iniziali dell’investigatore privato) sparisce dalla circolazione, ed il giorno dopo due lavoratori, di cui uno delegato cub t...
Lo scorso 23 novembre, i CoBas, hanno denunciato la presenza, presso l’azienda appaltatrice del servizio logistico di Avis-Budget Group S.p.A. di Malpensa, di personale appartenente ad un’ agenzia investigativa, per il controllo dei lavoratori. Da quel momento A.J.,(Iniziali dell’investigatore privato) sparisce dalla circolazione, ed il giorno dopo due lavoratori, di cui uno delegato cub trasporti, vengono sospesi cautelativamente dall’azienda. A.J. all’inizio del 2016 viene assunto presso la società che opera che per Avis autonoleggio, gestendone il navettamento delle vetture. A quanto si vocifera l’assunzione è stata volutamente imposta dalla stessa Avis, con il pretesto degli abusi e dei furti sulle vetture ma, in realtà, la ragione sta nel fatto che da anni non riesce a normalizzare la situazione sindacale nel settore. Prima di lavorare per l’attuale azienda terzista, A.J. lavorava come responsabile di Aps, la società che su appalto di Sea, aveva in dotazione il recupero carrelli, che in passato aveva avuto parecchi problemi per l’infiltrazione nel settore di personaggi al limite della legalità. Così viene descritto da un articolo del Corriere della Sera del 5/9/2015: “
A.J,. albanese d’origine, già coraggioso poliziotto durante la guerra civile a Valona, da poco con cittadinanza italiana e orgoglioso di tutte e tre le cose, è il responsabile della sicurezza dell’Aps. La sua tattica è il logoramento dell’avversario. Non concedergli un attimo di tregua. Per provare a resistere, gli irregolari cambiano posizione, scendono al piano di sotto, assillano i passeggeri che arrivano con le macchine a noleggio, quindi risalgono alle partenze, e magari in combutta con i conducenti dei pullmini degli hotel e con i tassisti (ai quali girare una percentuale dell’«incasso») si mettono in posizione d’attacco coi viaggiatori. J., dall’inizio, ha instaurato un rapporto di profondo rispetto e collaborazione con la Polaria, molto visibile con le pattuglie in perlustrazione a piedi e impegnata su mille altri fronti in considerazione delle dimensioni, delle presenze e delle variegate tipologie umane di un aeroporto come Malpensa.” A.J. motiva ai lavoratori di Sacar la sua assunzione dicendo di aver vinto una causa per il posto di lavoro, si iscrive alla Cub e con atteggiamento da “amicone”, cerca in tutti i modi di convincere i colleghi a fregarsene delle regole aziendali. Riceve anche una contestazione da parte dell’azienda, finita, poi, in niente. Nella sostanza si crea il personaggio di scomodo ad Avis cercando quindi di per carpirne la fiducia dei lavoratori, concentrandosi in particolar modo sui delegati sindacali e sul personale più sindacalizzato. Ad essi, in vario modo, fa offerte “particolari” cercando di indurli all’errore (fammi fare il pieno tanto nessuno vede, prendiamo queste ruote che mi servono per la macchina, facciamoci un giro ed andiamo al bar, ecc.). Dopo pochi mesi viene licenziato un lavoratore, che tra le accuse ha quella di aver sottratto attrezzature aziendali, poi ritrovate stranamente dal personaggio in questione. A.J., nel frattempo tramite personale di un’agenzia investigativa con sede in un’area periferica e non certo residenziale di Milano, indaga anche fuori dal posto di lavoro il personale sia dell’azienda appaltatrice che di Avis, sempre con l’obiettivo di colpire i più sindacalizzati. Per meglio spiegare la situazione sindacale, i CoBas ricordano che da anni in tutto il settore autonoleggio è in atto una la terziarizzazione selvaggia. Contro questa deriva, voluta dalle aziende del settore, gli ex lavoratori di Avis, da ben 4 anni stanno combattendo e stanno imponendo alle aziende che si susseguono, il rispetto dei contratti e delle regole. Solo alcune settimane fa, Avis ha dovuto sborsare duecentomila Euro ai 70 lavoratori di Malpensa e Linate per differenze retributive e tfr non pagato dalla Dea Service, società che ha lavorato fino al 2015 ed ora posta in liquidazione. Dal giorno successivo alla denuncia dei Sindacati di base, con la scusa del mancato funzionamento delle telecamere aziendali, tutto il personale dell’azienda appaltatrice e di Avis, operante nel deposito di Lonate Pozzolo, per poter accedere al lavoro deve esibire i documenti alle guardie dell’agenzia investigativa milanese. Nei giorni successivi è continuata la presenza sul cantiere di personale dell’agenzia e continuano i pedinamenti fuori dal posto di lavoro dei delegati della cub trasporti. Tutti questi fatti sono stati dal sindacato denunciati pubblicamente e, stando alle dichiarazione dello stesso, continuerà a farlo fino al rientro dei delegati sospesi.
Gian Giacomo William Faillace