I Popolari padovani e veneti uniti a sostegno del NO al referendum
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- 20 novembre 2016 Area Malpensa Istituzioni
I Popolari padovani e veneti uniti a sostegno del NO al referendum
Organizzato dall’associazione “ L’Albero”, il cui leader Roberto Bettuolo ha coordinato i lavori della serata, si è svolto ieri a Padova, preso la Sala Anziani di Palazzo Moroni, un incontro di “ riflessioni sulla riforma costituzionale e criticità” che è stata la prima occasione di incontro pubblico del neo deputato padovano On Domenico Menorello. Una prima tappa signific...
I Popolari padovani e veneti uniti a sostegno del NO al referendum
Organizzato dall’associazione “ L’Albero”, il cui leader Roberto Bettuolo ha coordinato i lavori della serata, si è svolto ieri a Padova, preso la Sala Anziani di Palazzo Moroni, un incontro di “ riflessioni sulla riforma costituzionale e criticità” che è stata la prima occasione di incontro pubblico del neo deputato padovano On Domenico Menorello. Una prima tappa significativa verso l’unità dei Popolari già raggiunta a livello nazionale nel comitato dei Popolari per il NO e che si sta realizzando nel Veneto con la costituenda Federazione dei Popolari, promossa dagli amici Popolari per l’Italia, Nuovo CDU, Associazione Liberi e Forti, Circoli Insieme, Futuro Popolare di cui l’On Menorello, unico deputato popolare veneto presente in Parlamento, è destinato ad assumere la leadership politica. Roberto Bettuolo ha avviato i lavori ricordando l’episodio di Benedetto Croce che da laico liberale, evidenziando la sacralità dei lavori dell’assemblea costituente, invitò i parlamentari a recitare il “Veni Creator” invocando l’aiuto dello Spirito Santo, che, non a caso, ieri sera è stato l’incipit dell’incontro dei popolari padovani e veneti. L’On Menorello ha portato il saluto agli amici intervenuti, condividendo la giusta battaglia a difesa della sovranità popolare che il combinato disposto riforma costituzionale e legge elettorale dell’Italicum intende ridurre, con il rischio di consegnare tutto il potere nelle mani di “un uomo solo al comando”. Sono intervenuti i massimi esponenti del Comitato dei Popolari per il NO: il sen Mario Mauro, comitato dei saggi del 2013, , leader dei Popolari per l’Italia, già componente della Commissione Affari Costituzionale del Senato in cui svolse una rigorosa azione di contrasto di una riforma destinata a scardinare la Legge fondamentale che ha rappresentato la garanzia istituzionale della stessa pace e convivenza civile tra gli italiani e l’On Giuseppe Gargani, Presidente nazionale del Comitato dei Popolari per il NO. Sono state approfondite dai due esponenti Popolari le ragioni dell’opposizione a un disegno autoritario che prefigura un sistema istituzionale ibrido, né parlamentare né presidenziale, con la riduzione degli istituti di garanzia a emanazioni della volontà di un uomo solo al comando e la distruzione dei rapporti tra Stato e Regioni che, con il principio vampiro della supremazia dello Stato, sono ridotte a enti di mera funzionalità amministrativa, lasciando peraltro inalterati i privilegi e i differenziali ora esistenti a favore delle regioni a statuto speciale. Magistrale l’intervento del prof Marco Giampieretti, costituzionalista dell’Università di Padova, il quale ha evidenziato come la riforma renziana punti a ridurre la funzione e il ruolo dei due tronchi essenziali dell’albero costituzionale: sul versante del potere legislativo, riducendo la Camera alla volontà prevalente del partito di più forte minoranza che con l’Italicum assume tutto il potere e su quello dei rapporti regionali, depotenziando sino ad annullarle, nel caso delle regioni a statuto ordinario, una delle conquiste fondamentali della Carta del ’48, ossia il valore delle autonomie locali e territoriali. Forte e solenne l’ammonimento di tutti gli intervenuti ad andare a votare il 4 Dicembre: non c’è il quorum dei referendum abrogativi, ma basta un voto in più per determinare la vittoria del SI o del NO. I Popolari italiani e veneti si batteranno a sostegno del NO, forti di alcuni giudizi storici e politici di straordinario valore: quello di Alexis De Tocqueville che ammoniva essere le Costituzioni redatte “per la difesa delle minoranze dalla dittatura della maggioranza”; ruolo di maggioranza che, nel caso italiano e per la legge elettorale super truffa dell’Italicum sarebbe svolto da una minoranza super rappresentata da un abnorme premio di maggioranza ( dal 25-30% dei voti elettorali espressi al 55% di rappresentanza parlamentare) e le parole di due esponenti della migliore storia democratico cristiana e popolare: 1) Giuseppe Dossetti che, in occasione della festa della liberazione del 1994 così scriveva al sindaco di Bologna:
“Si tratta di impedire a una maggioranza che non ha ricevuto alcun mandato al riguardo, di mutare la nostra Costituzione: si arrogherebbe un compito che solo una nuova Assemblea Costituente, programmaticamente eletta per questo, e a sistema proporzionale, potrebbe assolvere come veramente rappresentativa di tutto il nostro popolo. Altrimenti sarebbe un autentico colpo di stato (Bazzano, 25 aprile 1994)” Infine quanto sostenne l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo in Parlamento nel 2005 contro le modifiche costituzionali allora proposte da Berlusconi:
“ Il governo di allora, il governo De Gasperi, non sedeva ai banchi del governo, per sottolineare la distinzione tra le due dimensioni: quella del confronto tra maggioranza e opposizione e quella che riguarda le regole della Costituzione. Questa lezione di un governo e di una maggioranza che, pur nel forte contrasto che vi era, sapevano mantenere e dimostrare, anche con i gesti formali, la differenza che vi è tra la Costituzione e il confronto normale tra maggioranza e opposizione, in questo momento, è del tutto dimenticata.
L e istituzioni sono comuni: è questo il messaggio costante che in quell’anno e mezzo è venuto da un’Assemblea costituente attraversata – lo ripeto – da forti contrasti politici. Per quanto duro fosse questo contrasto, vi erano la convinzione e la capacità di pensare che dovessero approvare una Costituzione gli uni per gli altri, per sé e per gli altri. Questa lezione e questo esempio sono stati del tutto abbandonati. Oggi, voi del governo e della maggioranza state facendo la “vostra” Costituzione. L’avete preparata e la volete approvare voi, da soli, pensando soltanto alle vostre esigenze, alle vostre opinioni e ai rapporti interni alla vostra maggioranza. Il governo e la maggioranza hanno cercato accordi soltanto al loro interno, nella vicenda che ha accompagnato il formarsi di questa modifica, profonda e radicale, della Costituzione.” Parole nette, dure come pietre che suonano nettamente contrastanti con ciò che un presidente del consiglio, espressione di una maggioranza di un parlamento di “nominati”, eletti con una legge incostituzionale, va predicando incessantemente ogni giorno, nel dominio assoluto dei media, ormai riducendo la sua funzione più a quella di capo del partito del SI che a guida dell’esecutivo. Contro questa deriva autoritaria e per la difesa della sovranità popolare i Popolari veneti e dell’Italia si batteranno a sostegno delle ragioni del NO nel referendum del prossimo 4 dicembre.