Leonardo: un piano di crescita sostenibile

Leonardo si rimette in moto con un piano industriale forse meno aggressivo di quanto ci si attendeva ma probabilmente più sostenibile. Dopo una lunga fase di stasi e di rovesci , complice anche la felice prospettiva del ciclo economico che hanno finalmente interessato anche l’Italia, si rimette in moto con un piano industriale forse meno aggressivo di quanto ci si attendeva ma probabilmente più sostenibile. Guidata dall’ex banchiere di maggior qualità del panorama nazionale, ...

Leonardo si rimette in moto con un piano industriale forse meno aggressivo di quanto ci si attendeva ma probabilmente più sostenibile.

Dopo una lunga fase di stasi e di rovesci , complice anche la felice prospettiva del ciclo economico che hanno finalmente interessato anche l’Italia, si rimette in moto con un piano industriale forse meno aggressivo di quanto ci si attendeva ma probabilmente più sostenibile. Guidata dall’ex banchiere di maggior qualità del panorama nazionale, Alessandro Profumo, l’ex Finmeccanica prevede nel suo business plan 2018-22 una crescita annua media del 6%a livello di fatturato e del 10% dell’EBITA (utile prima di imposte, oneri finanziari e ammortamenti), con una redditività che dovrebbe ascendere al 10% di ROS e un’accelerazione nel cash flow. Gli ordini avranno un aumento del 6% all’anno. Dopo la pesantissima crisi che ha colpito nei primi anni ’10 tutto il settore unitamente ad errori interni di pianificazione, in particolare gli elicotteri (-31%) che è la più storica e ricca di margini delle 3 divisioni core di Leonardo (elicotteri 30% del fatturato, elettronica e sistemi di difesa 45%, avionica 25%), dati incoraggianti non mancano anche se i ricavi saranno stabili attorno ai 12 miliardi. Caratterizzante del nuovo management è l’impulso commerciale con l’apertura di 25 uffici di rappresentanza all’estero (cioè il raddoppio della rete attuale) che sarà il volano per l’incremento dei ricavi che dovrebbe portare ad ottenere l’investment grade da parte delle agenzie di rating. L’indebitamento netto procede bene attestandosi a 2,8 miliardi con rinegoziazione migliorative delle facilitazioni esistenti.