Immigrazione, condannato il clandestino difeso dalla Kyenge

Immigrazione, condannato il clandestino difeso dalla Kyenge
il Coisp: “Il solito scempio dei delinquenti rimasti in Italia grazie alla moda della difesa a prescindere.
Ma così noi che lavoriamo a fare?” Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, in un comunicato stampa del COISP dichiara: “È sorprendente vedere che quella ‘difesa a prescindere’ così tanto contestata ad esempio a noi che siamo...

Immigrazione, condannato il clandestino difeso dalla Kyenge

il Coisp: “Il solito scempio dei delinquenti rimasti in Italia grazie alla moda della difesa a prescindere. Ma così noi che lavoriamo a fare?”

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, in un comunicato stampa del COISP dichiara: “È sorprendente vedere che quella ‘difesa a prescindere’ così tanto contestata ad esempio a noi che siamo un Sindacato di Polizia, sia invece la tendenza più in voga proprio in quegli ambienti così dediti anche alle campagne del partito dell’anti-polizia. ‘Difesa a prescindere’ basata, oltre tutto, su mere questioni politiche e non sulle caratteristiche di chi dovrebbe aver bisogno di essere difeso. L’odiosa ‘difesa a prescindere’ cui ci riferiamo è ovviamente quella del clandestino che, per qualsiasi motivo giunga in Italia, deve essere accolto e tutelato anche passando sopra a qualsiasi rispetto di leggi e norme e comportamenti di cui invece si pretende il rispetto da parte degli italiani. Un’odiosa ed assurda ‘difesa a prescindere’ che, per consentire a qualcuno di farsi bello davanti alle telecamere sbandierando una capacità soprannaturale di accoglienza ha consentito e consente, allo stesso tempo, a molti, troppi delinquenti di continuare a permanere sul nostro territorio, vanificando di fatto il lavoro delle Forze dell’Ordine che combattono quotidianamente per tentare di arginare i problemi di sicurezza connessi all’immigrazione clandestina di massa”.  Parla in merito alla condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione di Senad Seferovic, il giostraio di origine rom per cui la Kyenge si batté fortemente affinché venisse liberato dal Cie di Modena e che in seguito era finito in carcere, il 14 novembre 2016, poiché era su un’auto che dopo un inseguimento con una Gazzella dei Carabinieri imboccò contromano la Serenissima. Seferovic, mandato al Cie dopo che già nel 2015 era stato arrestato per un’accusa di furto dopo essere stato fermato assieme ad una banda composta da cinque nomadi, colti a Fiorano mentre erano intenti a trasportare un carico di rame dal valore di circa  40 mila euro, fu al centro di una polemica dopo che le sue pendenze giudiziarie spinsero la Questura a chiederne l'espulsione dall’Italia, mentre l’ex Ministro Cecile Kyenge ne invocava, per parte sua, la liberazione. All'epoca il giudice di pace di Modena diede ragione alla Kyenge, ma adesso del rom si è tornati a parlare a seguito del nuovo arresto che ne ha determinato la condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione. “Abbiamo ripetuto fino alla nausea – insiste Maccari – l’assoluta necessità di reazioni severissime nei confronti degli irregolari che commettono reati, che calpestano leggi, norme e regole del Paese che li accoglie persino se non è in condizione di farlo. Ma continuiamo a incappare, piuttosto, in queste continue ed assurde crociate di ‘difesa a prescindere’, ed anzi addirittura difesa nonostante la precisa conoscenza che alcuni soggetti dimostrano con i fatti di infischiarsene dell’integrazione, della legalità e dello stesso buon senso che dovrebbe indurre a tenersi ben lontano dai guai chi aspira a restare in un Paese. Salvo poi pretendere da quei cretini che portano la divisa di mettere quegli stessi soggetti in condizione di non nuocere ulteriormente, continuando ad andare per strada a riprenderli, una volta dietro l’altra, dopo che puntualmente si lascia che possano tornare a vagare indisturbati per le strade”. Somma Lombardo 24 febbraio 2017