Amicizia sincera migliora lo stato di salute. A sostenerlo uno studio della University of North Carolina.

COMUNICATO STAMPA
Amicizia sincera migliora lo stato di salute. A sostenerlo uno studio della University of North Carolina. Chi trova un amico trova un elisir di lunga vita. Un gruppo di scienziati ha scoperto che l'amicizia vera non si riflette solo nella sfera emotiva, ma arriva a condizionare positivamente anche salute e benessere.  Per riuscirci, spiegano gli scienziati, hanno condotto per un mese e mezzo una serie di esperimenti specifici, coinvolg...

COMUNICATO STAMPA

Amicizia sincera migliora lo stato di salute. A sostenerlo uno studio della University of North Carolina. Chi trova un amico trova un elisir di lunga vita. Un gruppo di scienziati ha scoperto che l'amicizia vera non si riflette solo nella sfera emotiva, ma arriva a condizionare positivamente anche salute e benessere.  Per riuscirci, spiegano gli scienziati, hanno condotto per un mese e mezzo una serie di esperimenti specifici, coinvolgendo sessantacinque tra dipendenti e studenti. Soprattutto sono stati valutati i contatti che queste persone hanno dichiarato di avere con parenti, nipotini, amici e conoscenti. E qui la sorpresa: chi ha un nucleo consolidato di amici, contattandoli, attiva i recettori della pressione che abbiamo nella pelle, conosciuti anche come corpuscoli di Pacini, i quali rispondono principalmente alla pressione profonda. Questi recettori inviano immediatamente dei segnali al nervo vago. A quel punto iniziamo a sentirci bene perché quel nervo è collegato con fibre nervose che raggiungono diversi nervi cranici e svolgono un ruolo importante nella regolazione della maggior parte delle funzioni chiave dell’organismo, tra cui la pressione arteriosa. Pertanto, come risultato della stimolazione del nervo vago, diminuiscono la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. In realtà, il nervo vago svolge un ruolo importante nel sistema parasimpatico, che rappresenterebbe una sorta di freno a mano quando siamo sotto stress o ipereccitati. Un altro cambiamento importante avviene direttamente nel cervello. Un rapporto amicale, stimola la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore conosciuto come “l'ormone del piacere” perché crea una piacevole sensazione di soddisfazione che allevia lo stress e la tensione. Si è anche apprezzato il fatto che basta un abbraccio tra amici per aumentare la produzione di ossitocina, conosciuta anche come “l’ormone dell'amore”, che ci permette di collegarci emotivamente con gli altri e ci incoraggia a fidarci di loro. Nel valutare, inoltre, i parametri fisiologici, i ricercatori hanno apprezzato che coloro che ricevono l'abbraccio di un amico mostrano una significativa riduzione del livello di cortisolo nel sangue, l'ormone dello stress che causa tanti danni. Sempre secondo lo studio, si è constatato che le persone che hanno stabilito buoni rapporti con altri esseri, sono più felici rispetto agli altri. Questi studi dimostrano che gli amici veri, hanno un effetto molto potente sul nostro cervello e ci aiutano a raggiungere uno stato di relax e benessere, mentre ci permettono di affrontare meglio lo stress e la paura. Mentre quelle persone che non hanno amici, sono più inclini a stress e con il passare del tempo, con l'età, soffrono di varie malattie. Grazie ai risultati di questo studio ora che sai quanto può farti bene, spiega Giovanni D'Agata presidente dello “ Sportello dei Diritti”, prova a prenderti cura delle tue amicizie. Costruire e coltivare buone relazioni amicali fin dall’adolescenza permette di vivere meglio e di più e protegge da malattie e sovrappeso. Per questo dai importanza al legame, anche perchè a volte le amicizie si chiudono, senza un vero motivo, perché manca la consapevolezza di quanto sia preziosa quella relazione. Per trovare la spinta di fare una telefonata, proviamo a riflettere sul vuoto che l’amico ha lasciato e su tutti quei momenti in cui la sua presenza e le sue parole ci hanno nutriti. Lecce, 4 dicembre 2016                                                                                                                                                                                              Giovanni D’AGATA