BUSTO ARSIZIO/Carcere, protesta del SAPPE per tre agenti picchiati

BUSTO ARSIZIO, ANCORA ALTA TENSIONE IN CARCERE: DETENUTO TRASFERITO DA OPERA PICCHIA TRE AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA (DUE UOMINI E UNA DONNA) E TENTA LA FUGA: LE PROTESTE DEL SAPPE   Resta alta la tensione nel carcere lombardo di Busto Arsizio, nelle ultime ore al centro delle cronache per gravi eventi critici accaduti tra le sbarre del penitenziario. La nuova violenta aggressione di un detenuto a due poliziotti penitenziari del carcere scatena le proteste del primo ...

BUSTO ARSIZIO, ANCORA ALTA TENSIONE IN CARCERE: DETENUTO TRASFERITO DA OPERA PICCHIA TRE AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA (DUE UOMINI E UNA DONNA) E TENTA LA FUGA: LE PROTESTE DEL SAPPE   Resta alta la tensione nel carcere lombardo di Busto Arsizio, nelle ultime ore al centro delle cronache per gravi eventi critici accaduti tra le sbarre del penitenziario. La nuova violenta aggressione di un detenuto a due poliziotti penitenziari del carcere scatena le proteste del primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE. “ Una situazione allucinante, tanto più grave se si considera che questa è l’ennesima aggressione che avviene in un carcere della Lombardia contro appartenenti alla Polizia Penitenziaria”,  commenta Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. “ Questa mattina, un detenuto appena arrivato dal carcere di Opera (un rumeno di 28 anni che era evaso tempo fa dal penitenziario di Varese), durante le fasi di immatricolazione, mentre si trovava al Casellario andava in escandescenza e dopo aver spintonato e poi dato in pugno ad una Sovrintendente della Polizia Penitenziaria tentando poi la fuga. Bloccato immediatamente dagli Agenti nel corridoio, ha reagito con calci, pugni e morsi. Riportato al Casellario per la perquisizione e per ricondurlo alla ragione, ha nuovamente reagito colpendo con calci e pugni alla nuca e dietro orecchio  un altro Sovrintendente. Ha inoltre dato un morso sulla mano ad un Assistente Capo del Corpo giunto in soccorso con altri colleghi. Il SAPPe, nel denunciare ancora una volta una aggressione ai danni del personale della Polizia Penitenziaria, esprime solidarietà ai colleghi feriti ed augura loro una veloce guarigione e ritorno in servizio ”, conclude Greco . Donato CAPECE, segretario generale del SAPPE, sollecita Ministro e Capo DAP a intervenire,:  “Quella di Busto Arsizio è l’ennesima grave e intollerabile aggressione da parte di un detenuto ai danni di alcuni poliziotti penitenziari, ai quali va la nostra solidarietà. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante, nonostante si sprechino dichiarazioni tranquillanti sul superamento dell’emergenza penitenziaria: la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. E’ solo grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziari, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche dei Reparti di Polizia Penitenziaria della Lombardia”. Capece denuncia: “ Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria.  Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Come si può dunque sostenere che è terminata l’emergenza nelle carceri italiane?”. “Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere.  Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto”, conclude . “Nell’anno 2016 ci sono infatti stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti. E spesso i poliziotti penitenziari subiscono le conseguenze di queste sconsiderate violenze, come accaduto sabato nel carcere di Busto Arsizio”.  Roma, 20 febbraio 2017