Somma, le campane frammento di storia religiosa
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- 18 gennaio 2017 Area Malpensa Artigianato
“La pioggia non mi ha mai portato tristezza, il suo tempo è sospeso. Ciò che è frenetico sembra trovar pace, e riaffiorano i ricordi. Per secoli è stato così.. il chiarore della candela e il rumore del tempo che le campane scandivano con un suono lontano…” Il Secondo conflitto mondiale continuava, era il 1942 quando le campane di Sant’ Agnese furono smontate a scopo bellico. La fede era una delle poche cose rimaste alla popolazione. E il suono delle campane accompagnava i momenti della giorna...
“La pioggia non mi ha mai portato tristezza, il suo tempo è sospeso. Ciò che è frenetico sembra trovar pace, e riaffiorano i ricordi. Per secoli è stato così.. il chiarore della candela e il rumore del tempo che le campane scandivano con un suono lontano…” Il Secondo conflitto mondiale continuava, era il 1942 quando le campane di Sant’ Agnese furono smontate a scopo bellico. La fede era una delle poche cose rimaste alla popolazione. E il suono delle campane accompagnava i momenti della giornata dei nostri avi. Salutava l’ arrivo dei nuovi nati ed era di onore ai morti. Accompagnava le ore del lavoro dei campi, della sera, quando si chiudevano le finestre, le porte. Gli ultimi suoni che facevano sentire unita una popolazione stanca dei bombardamenti, della paura e della povertà. Il Campanile
Ed ora quell’ ultimo barlume di vita, era stato zittito e le campane portate via per sostenere la guerra alimentando il pensiero di essere “agli sgoccioli” di una lotta che ci avrebbe visto perdenti.. Ma gli anni passarono e la storia ebbe scriversi. La popolazione si adeguò ai ritmi del dopo guerra. Al progresso e alle mode. Ma le campane non erano state dimenticate, rimanevano un vuoto, un tassello mancante. I nostri nonni ebbero a sottoscrivere una raccolta per ottenere di nuovo ciò che la guerra aveva rubato. Certamente non poteva ritornare chi era stato sacrificato, non si potevano cancellare i ricordi, e quello che era stato distrutto poteva rivedere la luce solo in parte.. ma le campane ricordavano quel dolore, quella lotta, e il loro suono andava oltre il religioso… erano un segno che il paese era vivo, era forte e la sua gente non dimenticava quei rintocchi lontani che scandivano la vita degli antichi padri. Quell’ 8 Dicembre 1949 era una tipica giornata fredda, con le strade che ancora raccoglievano i resti della pioggia delle ore precedenti. Brividi intensi e un grigiore interrotto dai colori degli arredi della grande piazza. L’ Italia vedeva come Presidente, Luigi Einaudi. Subito dopo il conflitto era stato eletto un capo provvisorio dello Stato,l’onorevole Enrico De Nicola che venne poi nominato Presidente della Repubblica. La sua carica durò un anno per lasciare posto a Einaudi nel 1947. L’ Italia stava ritrovando una sua identità, e quell’ 8 Dicembre vide anche una data storica per l’ arma, Sua Santità Pio XII, accettò l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone proclamando Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”. Da quel giorno la data di celebrazione fu fissata per il 21 novembre. Mentre questo accadeva su scala nazionale, la nostra Somma vide la benedizione solenne delle sue campane, stessa dimensione, e tono. Non era solo Sant’ Agnese ad essere stata privata delle campane, ma anche le chiese minori. Ed ora in quella giornata fredda esse ritornavano al loro compito.. accompagnare, scandire il tempo e ricordare il valore della comunità. E’ stata quell’ unione che ha scritto la storia della nostra città, il sostegno delle antiche famiglie, l’ una verso l’ altra e il sudore del lavoro e della lotta per creare una vita migliore per le nuove generazioni. Uno Scorcio
Ancora nella memoria del tempo rimangono quei suoni e l’ immagine di chi ci ha preceduto.. i grandi campi, distese immense di grano,le donne che lavoravano i bozzoli di seta nelle aie, i sogni delle fanciulle quando giungevano in età da marito. E a quell’ imbrunire al crepuscolo, quando una pioggia leggera o impetuosa, accompagnata dal vento o da un leggero ticchettio sui tetti, regalava le serate attorno al fuoco e il profumo degli aghi di pino gettati dai bimbi tra le fiamme. Segreti del tempo rubati, riportati alla luce da una sera fredda, dall’ affacciarsi sulle pozzanghere delle luci al neon e dai rumori del bosco vicino, palpitante di vita, avvolto nella notte che riporta al pensiero di allora.. Strega Fata Degli Incanti – B.C. ©
Cesarina Briante