In Valtellina cani bruciati vivi nella cuccia

Due cani sono stati bruciati vivi nella notte ad Albaredo per San Marco, in Valtellina, perché abbaiavano troppo.

Un terribile gesto nel paese che conta poco più di 300 anime sulle Orobie, in provincia di Sondrio.

Bobo e Lea, questo il nome dei due, animali sono stati barbaramente bruciati vivi nella notte di sabato nel recinto dove stavano dormendo, i padroni li hanno trovato letteralmente inceneriti al risveglio. La padrona Marzia Tarabini ha commentato affranta sui social: "Pensi che le persone abbiano un’anima, un cuore, una coscienza. Nonostante le atrocità quotidiane nel mondo, alla fine tu sei convinto che nel tuo piccolo certe cose non succederanno. Poi ti svegli una domenica mattina e scopri dolorosamente che una mano ancora ignota, ma certamente ignobile, durante la notte ha volontariamente bruciato vive due creature che hanno commesso un unico errore: abbaiare. D’altra parte erano cani. Bobo e Lea non hanno avuto via di scampo. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Omertà, comportamento vigliacco comune a tanti. Credo che chi abbia commesso questa meschinità non possa considerarsi una persona, ma neanche una bestia, offenderei i nostri poveri cani a definirla in questo modo. Le bestie uccidono per difesa o procacciarsi il cibo. Questa gente ha ucciso i nostri cani per cattiveria gratuita e merita disprezzo. L’unica cosa che mi sento di augurare a questi infami è che d’ora in poi la loro coscienza li tenga svegli durante la notte, ora che Bobo e Lea non potranno più disturbare il loro sonno".

“È l’ennesima storia - commenta Rinaldo Sidoli, responsabile centro studi del Movimento Animalista, presieduto dall’onorevole Michela Vittoria Brambilla - inaccettabile di ordinaria crudeltà contro i nostri amici fratelli senza voce. Credo che sia arrivato il momento che l’indignazione delle persone sensibili spinga il mondo politico a lavorare in maniera trasversale su una nuova proposta di legge che preveda pene più severe per chi maltratta e uccide gli animali. Non si devono più verificare casi simili. Il Parlamento deve prendere provvedimenti contro i casi di maltrattamento e animalicidio e rivedere le norme attualmente in vigore. L’attuale classe politica, con poche eccezioni, si è rivelata assolutamente incapace, insensibile ed inadeguata nel dare rappresentanza a tutti coloro che credono in questa grande battaglia di civiltà”.

 “L’indignazione che dovrebbe provare qualunque persona sensibile dinanzi ad un fatto così grave  - conclude Sidoli - ci spinge a rilanciare una richiesta di sostegno rivolta a tutte le forze politiche, affinché venga approvata la proposta di legge A.C. 335 a firma Brambilla, che introduce una serie di modifiche al codice penale in materia di reati contro gli animali”.