Latte in polvere killer, via dagli scaffali tedeschi.
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- 31 marzo 2018 Agricoltura e Ambiente italiani all'estero
Latte in polvere killer, via dagli scaffali tedeschi. "Cronobacter sakazakii" in alimenti per lattanti provenienti dalla Germania. La notifica del Rasff, include il nostro paese al lungo elenco di paesi in cui il prodotto in polvere è distribuito 31/03/2018 Numerosi negozi e catene di negozi in tutta la Germania hanno ritirato alcuni lotti del latte in polvere per neonati Nephea HD Infant, prodotto dall'azienda Metax, che sarebbe contaminato dal batterio Cronobacter sakazakii. A scatenare ...
Latte in polvere killer, via dagli scaffali tedeschi. "Cronobacter sakazakii" in alimenti per lattanti provenienti dalla Germania. La notifica del Rasff, include il nostro paese al lungo elenco di paesi in cui il prodotto in polvere è distribuito
31/03/2018 Numerosi negozi e catene di negozi in tutta la Germania hanno ritirato alcuni lotti del latte in polvere per neonati Nephea HD Infant, prodotto dall'azienda Metax, che sarebbe contaminato dal batterio Cronobacter sakazakii. A scatenare il panico, l'allerta lanciata prima dal portale del governo tedesco all'indirizzo Lebensmittelwarnung.de e ieri, in rete, dal sistema rapido di allerta comunitario RASFF. Il latte ritirato fa parte di due lotti specifici, con numero Nephea Infant - N/8016-INF con termine di scadenza 16.01.2019, N/8038-INF con scadenza 07.02.2019 e NepheaHD Infant - NHD/8061-INF con termine di scadenza 02.03.2019. Nella notifica 0857.2018 del 30/03/2018, il Sistema di allerta rapido Rasff, ha indicato che il prodotto per l'infanzia è distribuito nei mercati di Austria, Danimarca, Germania, Italia, Slovenia e Svizzera. Cronobacter sakazakii, precedentemente noto come Enterobacter sakazakii, è un batterio che, soprattutto in lattanti con meno di due mesi di vita o prematuri, possono provocare infezioni invasive come salmonellosi, enterocolite necrotizzante, meningite e sepsi. Al momento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il Ministero della Salute italiano non ha rilasciato informazioni sul suo sito web, nella sezione "Avvisi di sicurezza".