Il Movimento 5 stelle e l’inceneritore di Borsano

Inceneritore di Borsano: l’inerzia dei soci e la spudoratezza di Accam. Quello che sta succedendo con la partecipata pubblica Accam sembra uscito dalla serie tv degli anni ‘sessanta, “Ai confini della realtà”.(M5S)

Il Movimento Cinque Stelle che da anni segue la vicenda dell’inceneritore di Borsano (VA) e ne denuncia la mala gestione, mai come in questi giorni deve assistere ad una situazione che ha dell’incredibile. Nell’ultima assemblea con i 27 comuni soci, tenutasi solo pochi giorni fa (28 giugno), il C.d.A. di Accam presieduto dall’Avv. Bordonaro, dichiarava che , a seguito di riunione avuta nella stessa giornata, per far rimanere la società in-house (ovvero rimanere all’interno di quella proporzione richiesta per legge che prevede che almeno l’80% del fatturato sia conseguito con lo smaltimento dei rifiuti provenienti dai comuni soci tramite affidamento diretto) aveva elaborato una soluzione efficace: si trattava di alzare le tariffe già dal 2018, anzi possibilmente a partire da gennaio 2018. Ovviamente l’amara pillola (insieme a tante altre brutte notizie sulla gestione 2017) non è stata accolta con un applauso, ma con evidente malcontento da parte di diversi Sindaci. A mali estremi però, per mantenere la Società sotto il controllo pubblico ovvero sotto il “controllo analogo”, alcuni comuni hanno proposto una mozione di metodo che incaricava il Consiglio di Amministrazione di adoperarsi in tal senso. La mozione è stata approvata senza che il C.d.A. o la stessa direttrice, avesse nulla da eccepire. Solo pochi giorni dopo, invece, in una lettera agli stessi comuni soci, la Presidente Bordonaro, sollecitava da una parte l’aumento tariffario previsto e, dall’altra, sanciva il “venir meno dell'operatività in house della società, come risulta dagli atti della delibera assembleare del 28 giugno”. Ma non si era parlato di mantenere la società “in-house”?! A quale assemblea soci di quale realtà parallela ha presenziato l’avv. Bordonaro? Che senso ha, siglare oggi l’aumento delle tariffe quando la finalità di rimanere “in house providing” non potrà più realizzarsi proprio per ammissione (tardiva) dello stesso C.d.A.? In altre parole, ACCAM S.p.A. e i 27 Comuni soci non saranno più un tutt’uno, ovvero gli affidamenti degli incarichi alla società dovranno seguire l’iter della gara pubblica, ma ancor peggio la società sfuggirà a qualsiasi controllo diretto delle amministrazioni comunali e potrà anche smaltire in maniera prevalente rifiuti provenienti da chiunque anche fuori dal nostro territorio. L’ex consorzio dell’alto milanese accoglierà sempre di più ecoballe e rifiuti speciali da ogni parte d’Italia. In tutti questi mesi i Sindaci dei Comuni Soci, sono stati a guardare indulgenti e attendisti, mentre l’attuale gestione scippava, senza troppa destrezza, la società dal loro controllo, per poi aprirla alle dinamiche e ai profitti del mercato. E che succederà ora alla società dato che la mutata situazione potrebbe non consentire più il mantenimento della partecipazione dei Comuni? Manca solo un piccolo passo per sancire la “Caporetto” del controllo analogo dei 27 Comuni Soci, e cioè l’adeguamento del vecchio statuto ai futuri scenari. Ed ecco apparire a sole due settimane dalla riunione nella quale l’avvocato Bordonaro aveva promesso ricavi mirabolanti, una nuova bozza di statuto che cancella totalmente l’in-house e il comitato di controllo analogo. Bozza per di più accompagnata da una lettera che indirizza i sindaci soci a non portare lo statuto nei consigli comunali in quanto “mero adeguamento normativo”. Ovviamente sembra inutile al C.d.A. di Accam che il nuovo testo rimaneggiato più e più volte venga sottoposto nella sua versione definitiva all’attenzione di ciascun consiglio comunale, per essere discusso ed approvato. La società si considera già nel nuovo regime e dunque perché eccedere in trasparenza, sembra suggerire l’urgente convocazione dell’assemblea ordinaria e straordinaria (il 30 p.v.) dalla quale la presidente Bordo- naro e la direttrice Rossi sembrano aspettarsi il via libera al nuovo statuto insieme all’assenso ad un “piano industriale revisionato” del quale, però, ai soci non è dato sapere né discutere. Il Movimento Cinque Stelle, forza politica di opposizione, non può che biasimare indistintamente, tutti gli attori di questa situazione farsesca e paradossale della quale sono vittime i cittadini del nostro territorio; cittadini, che ci rimettono giorno dopo giorno salute e denari e da domani con neppure la certezza di smaltire in quelle ciminiere, solo i rifiuti di casa loro. Riteniamo grave il comportamento degli organi amministrativi di Accam; negligente l’atteggiamento dei Sindaci soci e accondiscendente quello della locale Lega (non più Nord) che, con le sue amministrazioni potrebbe fare la differenza per la chiusura definitiva dell’inceneritore e, invece, si mostra fuggevole e intimidita. Sono lontani i tempi in cui la salvaguardia del territorio e dei suoi abitanti era il cavallo di battaglia dei politicanti locali! Evidentemente erano solo proclami a fini elettorali. I consiglieri del Movimento Cinque Stelle Claudia Cerini, Luigi Genoni – Busto Arsizio Andrea Grattarola - Legnano Christian Vitali - Parabiago Edi Camillo - Nerviano Fabrizio Poncato - Fagnano Olona Tatiana Spirito - Marnate Emanuele Brunini – Magnago Vito Sessa – Cardano al Campo Massimo Oggioni - Rescaldina