Migliaia di Levrieri vengono condannati a morte in Spagna

Nicolas Morin-Forest 2        E’ uno scandalo che si ripete. Ogni anno, nel mese di febbraio, migliaia di Levrieri vengono condannati a morte in Spagna nel momento in cui la stagione di caccia si conclude. Conosciuti come “Galgos”, si tratta della razza prediletta dai cacciatori spagnoli che li fanno riprodurre in modo incontrollato nel corso dell’anno. Alla chiusura della stagione di caccia, se considerati troppo vecchio o già “usati”, o se i proprietari non vogl...

Nicolas Morin-Forest       E’ uno scandalo che si ripete. Ogni anno, nel mese di febbraio, migliaia di Levrieri vengono condannati a morte in Spagna nel momento in cui la stagione di caccia si conclude. Conosciuti come “Galgos”, si tratta della razza prediletta dai cacciatori spagnoli che li fanno riprodurre in modo incontrollato nel corso dell’anno. Alla chiusura della stagione di caccia, se considerati troppo vecchio o già “usati”, o se i proprietari non vogliono provvedere alle spese di mantenimento, vengono sterminati o abbandonati in luoghi isolati dove moriranno di inedia.   Fonte:   Diventano così vittime della violenza dei “galgueros”, i cacciatori, che rivaleggiano in crudeltà per sbarazzarsi di questi animali diventati ingombranti. Non è raro che vengano gettati in un pozzo, in un dirupo o siano bruciati vivi…   Fonte: VICE   Altri preferiscono condannarli a una morte per fame o per sete dopo averli abbandonati nel bosco o in zone isolate, dove i più fortunati potranno trovare l’aiuto delle associazioni che organizzano le spedizioni di recupero.   Le loro condizioni di vita e il loro “addestramento” è altrettanto scioccante. La maggior parte dei Levrieri vivono ammassati nei capanni, privi di acqua e cibo in quantità sufficienti. Per allenarli a correre il più velocemente possibile, vengono legati al retro dei veicoli spinti al massimo costringendo i cani ad aumentare l’andatura per non soccombere.   Source : Viméo   Le associazioni animaliste spagnole stimano che circa 50.000 cani sono coinvolti ogni anno in quello che è conosciuto come l'”olocausto dei Levrieri”.   “Il Galgo non ha nessun valore” In Spagna, si stima che 190.000 cacciatori ricorrono ai Galgos. Ai loro occhi la vita di questi animali è priva di valore. Sul proprio sito, l’associazione Levrieri Senza Frontiere spiega:  
Bisogna capire che i Galgos non hanno alcun valore in questo paese, questi cani vengono allevati in massa e i soggetti più giovani o prestanti rimpiazzeranno quelli che hanno già partecipato a due o tre stagioni di caccia.
  Fonte: LévrierSansFrontières   Grazie alla pianificazione di una riproduzione eccessiva, è facile per i cacciatori sostituire gli esemplari più vecchi. Solo quelli che sono stati più validi durante la stagione hanno qualche possibilità di essere riutilizzati in quella successiva.   Fonte: LévrierSansFrontières   Le associazioni si mobilitano e intervengono in loco In Spagna, Italia, Francia, sono numerose le associazioni che denunciano il massacro e si mobilitano per recuperare i sopravvissuti.   Tra queste, l’associazione  ENPA Progetto Spagna, fondata nel 2010 dall’attuale responsabile del progetto Gilberto Donghi.   Per sottrarre gli animali all’atroce destino, la rete di volontari che aderisce al progetto organizza ogni anno almeno dieci spedizioni nella penisola iberica.   Grazie alla collaborazione con due associazioni locali, Galgos en Familia (Malaga) e ACUNR  – Animales cun un nuevo rumbo – (Madrid), circa 100 Levrieri arrivano annualmente in Italia e iniziano una nuova vita con le famiglie che desiderano offrigli un secondo inizio.   Proprio sabato 4 febbraio, è atteso a Bergamo l’arrivo di sette Levrieri e un Terrier recuperati nella 61° missione.   E’ giusto sottolineare la presenza del Terrier per ricordare che non solo i Levrieri trovano la morte a causa della barbara tradizione, ma anche altre razze di cane, vittime silenziose di cui si parla meno perché appartenenti a razze considerate “più comuni”.   Se siete interessati a conoscere il loro operato o adottare un animale sfuggito alla barbarie, potete recarvi qui.  

L’associazione ENPA Progetto Spagna all’arrivo dei Galgos salvato nella 60° spedizione, nel dicembre 2016. Fonte: ENPA Progetto Spagna

  57.000 firme contro il massacro Il 1 febbraio, decretato come “Giornata Mondiale del Galgo”, l’associazione francese Fondation Brigitte Bardot ha ricordato a gran voce l’orrore di questa tradizione con un messaggio su Facebook:  
In nome della “tradizione”, un cacciatore può uccidere il cane se non lo ritiene abbastanza bravo nel catturare le prede. In quel caso, questi animali sono vittime di atroci torture per “lavare” l’onore di colui che si definisce il suo padrone. La Fondation Brigitte Bardot lotta da anni per chiedere che venga abolita.
    L’anziana attrice aveva già scritto al re di Spagna nel 2016 e aveva lanciato una petizione per ottenere la fine del massacro. Per firmarla, cliccate qui. fonte: http://www.holidogtimes.com/