Oltre le formule sin qui in campo (Ettore Bonalberti)
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- 12 settembre 2016 altri partiti- Rete Sociale notizie importanti
Oltre le formule sin qui in campo Con una situazione istituzionale del tutto fuori controllo e la precarietà di un tripolarismo rappresentativo di metà dell’elettorato italiano, ritengo siano del tutto inadeguati i tentativi di risposta sino ad oggi in campo. Il PD di Renzi, ridotto a un Golem senza più struttura e anima, o, per dirla con D’Alema: espressione di
“ un partito senza popolo e di un popolo senza partito” , e un presidente del consiglio indebolito dalle mod...
Oltre le formule sin qui in campo
Con una situazione istituzionale del tutto fuori controllo e la precarietà di un tripolarismo rappresentativo di metà dell’elettorato italiano, ritengo siano del tutto inadeguati i tentativi di risposta sino ad oggi in campo.
Il PD di Renzi, ridotto a un Golem senza più struttura e anima, o, per dirla con D’Alema: espressione di
“ un partito senza popolo e di un popolo senza partito”
, e un presidente del consiglio indebolito dalle modalità desuete della sua nomina senza elezione e da una maggioranza drogata dal porcellum incostituzionale e surrogata dai transumanti del trasformismo parlamentare, si accinge ad affrontare la sfida del referendum d’inverno, profondamente diviso al suo interno e nelle stesse componenti sociali del proprio tradizionale retroterra.
IL Movimento Cinque Stelle che, in una fase di crisi di tutti i partiti, sembrava rappresentare la speranza alternativa per l’elettorato ancora attivo nella partecipazione, si trova ora ad affrontare a Roma, come già a Parma e a Livorno, uno dei momenti più difficili per la sua stessa tenuta.
E, infine, un centro-destra, dilaniato nella guerra di successione apertasi, dopo la conclusione della parabola berlusconiana e il foco fatuo dell’astro nascente Salvini, risulta diviso strategicamente tra le due scelte oggi sul campo: la convention di Milano annunciata da Stefano Parisi e il patto a tre dei governatori del Nord: Maroni, Toti e Zaia. Due proposte politiche impegnate nella ricostruzione dell’area alternativa al renzismo, con pari difficoltà a individuare una comune proposta programmatica e una leadership credibile da spendere nel prossimo turno elettorale.
Di fronte alla grave crisi istituzionale, economica, finanziaria, sociale e morale dell’Italia, tutte queste proposte politiche appaiono, tuttavia, del tutto insufficienti e inadeguate a offrire con la speranza, una risposta all’altezza di ciò che si attende la maggioranza reale, sin qui inespressa, del Paese.
Su pressione dei poteri forti del turbo capitalismo finanziario interno e internazionale, impegnati a togliersi gli ultimi lacci e lacciuoli delle “
vecchie costituzioni rigide
” del dopoguerra, accusate di filo socialismo, Matteo Renzi, sotto la spinta di Napolitano, ha fatto approvare da una maggioranza drogata di un parlamento di nominati illegittimi, una riforma-deforma del patto costituzionale su cui si è retta sin qui l’unità nazionale.
Piaccia o no quella del referendum di Novembre-Dicembre ( data ancora incerta per un governo in evidente stato di confusione), non a caso, l’abbiamo definita: “la madre di tutte le battaglie”, perché, insieme alla legge super truffa dell’Italicum, del cui carattere antidemocratico se ne è reso conto, tardivamente, il suo stesso padre putativo Napolitano, il popolo italiano sarà chiamato a decidere del proprio futuro: conservare lo status di cittadini o ridursi consapevolmente a quello di sudditi alla mercé di “ un uomo solo al comando”.
Ecco perché noi Popolari, falliti colpevolmente tutti i tentativi sin qui generosamente compiuti di ricomposizione dell’area popolare e democratico cristiana, abbiamo ritrovato l’unità nel NO compatto alla riforma-deforma, nella difesa della sovranità popolare e nel ricercare con tutte le componenti democratiche un nuovo percorso politico, alla fine del quale dar vita a un nuovo soggetto in grado di offrire, in un quadro di garanzia democratica, con la speranza e il ritorno al voto del terzo stato produttivo e dei ceti popolari, una risposta adeguata alle attese del nostro Paese.
Attenti a ciò che accadrà a Milano e nella stessa evoluzione, che ci auguriamo positiva, del patto dei tre governatori del Nord, è alla costituenda Confederazione di sovranità popolare che intendiamo fornire tutto il nostro apporto politico e culturale, convinti come siamo che la battaglia aperta sul piano delle regole fondamentali destinate a garantire il patto degli italiani, imponga la ricerca della più ampia convergenza tra tutte le forze che intendono preservare l’unità democratica del Paese, contro questo sciagurato tentativo di dividerlo nella “guerra” evocata irresponsabilmente dall’ex presidente della Repubblica.
Ettore Bonalberti
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Venezia, 12 Settembre 2016