Zio orco condannato
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- 12 aprile 2018
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Condannato a 3 anni e 4 mesi il 54 enne zio orco che era accusato di atti sessuali sulla nipotina tredicenne. La vicenda aveva avuto inizio quando la bambina si era confidata con i cuginetti e la mamma. I genitori lavoravano entrambi e lei si occupava dei fratellini più piccoli, ma era troppo giovane e, a sua volta, era stata affidata allo zio che abitava al piano di sotto. Il giudice lo ha condannato con rito abbreviato a tre anni e quattro mesi di reclusione, ma la difesa h...
Condannato a 3 anni e 4 mesi il 54 enne zio orco che era accusato di atti sessuali sulla nipotina tredicenne.
La vicenda aveva avuto inizio quando la bambina si era confidata con i cuginetti e la mamma. I genitori lavoravano entrambi e lei si occupava dei fratellini più piccoli, ma era troppo giovane e, a sua volta, era stata affidata allo zio che abitava al piano di sotto. Il giudice lo ha condannato con rito abbreviato a tre anni e quattro mesi di reclusione, ma la difesa ha già annunciato che ricorrerà in appello. I difensori motivano la scelta sostenendo che il loro cliente non ha mai ammesso i fatti contestati, che la richiesta di rito abbreviato era condizionata all’audizione della moglie dell’uomo e che il reato è stato derubricato da violenza sessuale ad “atti sessuali su minore” e che, quindi, non c’è stata costrizione. L’uomo all’epoca dei fatti, 5 anni fa, aveva 50 anni ed era disoccupato, ed era lo zio paterno. Inizialmente tutto scorre liscio poi cominciano le attenzioni dell'uomo che proseguono in crescendo diventando reali molestie fisiche per poi arrivare ad un episodio particolare che la bambina decide di raccontare. Parte subito la denuncia da parte della madre e dopo sei mesi la bimba viene sentita durante una audizione protetta. L’iter giudiziario procede lentamente fino al gennaio 2017 quando il procedimento ha subito un’accelerazione che ha portato all’incidente probatorio in aprile. La ragazza è stata ascoltata dal Gip Alessandro Chionna in una audizione protetta. Le indagini condotte dal Pubblico Ministero Giulia Floris si sono chiuse nel gennaio del 2018 con la richiesta di rinvio a giudizio e nell’udienza del 5 aprile l’imputato ha richiesto il rito abbreviato. Nella sentenza di condanna il giudice ha previsto anche una serie di interdizioni come quella dai pubblici uffici, a lavorare in strutture che si occupano di minori o avvicinarsi a luoghi frequentati da minori. Varese 12 aprile 2018 La Redazione